01 Marzo 2021, 06:32
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Una terra sempre più grigia. La corruzione è diventato un cancro che sta ammalando imprese e istituzioni. Un veleno – che al pari della mafia – sta inquinando il mercato legale. E anche – purtroppo – pubbliche amministrazioni ed enti locali.
Una fotografia sconfortante quella che emerge dall’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, che lancia l’allarme sulla possibile ‘tentazione’ di organizzazioni criminali (mafiosi e non) di intercettare “fondi europei del Recovery Plan e sulla possibilità di infiltrazione nei settori della sanità e delle grandi opere…”.
Nel focus dedicato alla provincia di Catania, la Dia avverte: “Particolarmente pervasivo appare, inoltre, il dilagare della corruttela nell’ambito degli enti pubblici, così come emerso nell’operazione Mazzetta Sicula”. L’indagine è quella della Guardia di Finanza che riguarda la discarica di Grotte San Giorgio gestita dalla Sicula Trasporti dei fratelli Leonardi (rinviati a giudizio). L’impianto è anche al centro del dibattito politico del piano rifiuti regionale. E in particolare sui progetti degli inceneritori.
“L’indagine ha rivelato – analizza la Dia – con riferimento alla gestione dei rifiuti, un rodato circuito caratterizzato dalla elargizione costante di tangenti a pubblici dipendenti per decine di migliaia di euro. Ciò con il fine di eludere i controlli e ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli. Nel corso delle indagini è stato disseppellito dai finanzieri un tesoro di un milione di euro in contanti nascosto – letteralmente – in alcuni bidoni.
A settembre 2019 la discarica della Sicula è stata al centro di un accesso ispettivo coordinato dal Centro Operativo Dia, che ha portato ad interdittiva antimafia. Che al momento è stata sospesa visto che la società è nelle mani dello Stato.
I funzionari pubblici infedeli di Arpa e Libero Consorzio di Siracusa sarebbero stati stipendiati dai Leonardi per ottenere favori durante le ispezioni.
La gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani è il settore che ha portato allo scioglimento da parte del Viminale del Comune di Maniace. Dall’esito dell’attività ispettiva sono emersi “collegamenti – scrive la Dia – da parte di alcuni assessori e consiglieri comunali con le organizzazioni criminali mafiose riconducibili alla famiglia Santapaola-Ecolano”. In particolare – come è ben descritto nel decreto – sono state “riscontrate reiterate, gravi anomalie e illegittimità, in particolare nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani – notoriamente esposto agli interessi delle organizzazioni criminali – in relazione al quale è emerso che l’amministrazione comunale ha del tutto omesso di espletare le prescritte verifiche antimafia nei confronti delle imprese affidatarie”.
Imprese e istituzioni catanesi, dunque, appaiono ancora privi di quegli anticorpi necessari per difendersi dagli attacchi di sistemi corruttivi e criminali. In un epoca come quella che stiamo vivendo – in piena emergenza sanitaria e di crisi economica – le azioni di prevenzione da parte di forze investigative e giudiziarie deve essere ancora più incisiva.
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01 Marzo 2021, 06:32