Dia, ‘tangentopoli’ in salsa etnea: mazzette e funzionari infedeli - Live Sicilia

Dia, ‘tangentopoli’ in salsa etnea: mazzette e funzionari infedeli

Non c’è solo il cancro della mafia a inquinare il tessuto economico e istituzionale alle falde dell’Etna.
LA RELAZIONE
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Una terra sempre più grigia. La corruzione è diventato un cancro che sta ammalando imprese e istituzioni. Un veleno – che al pari della mafia – sta inquinando il mercato legale. E anche – purtroppo – pubbliche amministrazioni ed enti locali.

Recovery plan, l’allarme della Dia

Una fotografia sconfortante quella che emerge dall’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, che lancia l’allarme sulla possibile ‘tentazione’ di organizzazioni criminali (mafiosi e non) di intercettare “fondi europei del Recovery Plan e sulla possibilità di infiltrazione nei settori della sanità e delle grandi opere…”.

Potere, rifiuti e mazzette

Nel focus dedicato alla provincia di Catania, la Dia avverte: “Particolarmente pervasivo appare, inoltre, il dilagare della corruttela nell’ambito degli enti pubblici, così come emerso nell’operazione Mazzetta Sicula”. L’indagine è quella della Guardia di Finanza che riguarda la discarica di Grotte San Giorgio gestita dalla Sicula Trasporti dei fratelli Leonardi (rinviati a giudizio). L’impianto è anche al centro del dibattito politico del piano rifiuti regionale. E in particolare sui progetti degli inceneritori.

L’inchiesta sulla discarica di Lentini

L’indagine ha rivelato – analizza la Dia –  con riferimento alla gestione dei rifiuti, un rodato circuito caratterizzato dalla elargizione costante di tangenti a pubblici dipendenti per decine di migliaia di euro. Ciò con il fine di eludere i controlli e ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli. Nel corso delle indagini è stato disseppellito dai finanzieri un tesoro di un milione di euro in contanti nascosto – letteralmente – in alcuni bidoni. 

A settembre 2019 la discarica della Sicula è stata al centro di un accesso ispettivo coordinato dal Centro Operativo Dia, che ha portato ad interdittiva antimafia. Che al momento è stata sospesa visto che la società è nelle mani dello Stato.

I funzionari pubblici infedeli di Arpa e Libero Consorzio di Siracusa sarebbero stati stipendiati dai Leonardi per ottenere favori durante le ispezioni. 

Le infiltrazioni a Maniace

La gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani è il settore che ha portato allo scioglimento da parte del Viminale del Comune di Maniace. Dall’esito dell’attività ispettiva sono emersi “collegamenti – scrive la Dia – da parte di alcuni assessori e consiglieri comunali con le organizzazioni criminali mafiose riconducibili alla famiglia Santapaola-Ecolano”. In particolare – come è ben descritto nel decreto – sono state “riscontrate reiterate, gravi anomalie e illegittimità, in particolare nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani – notoriamente esposto agli interessi delle organizzazioni criminali – in relazione al quale è emerso che l’amministrazione comunale ha del tutto omesso di espletare le prescritte verifiche antimafia nei confronti delle imprese affidatarie”.

Imprese e istituzioni catanesi, dunque, appaiono ancora privi di quegli anticorpi necessari per difendersi dagli attacchi di sistemi corruttivi e criminali. In un epoca come quella che stiamo vivendo – in piena emergenza sanitaria e di crisi economica – le azioni di prevenzione da parte di forze investigative e giudiziarie deve essere ancora più incisiva. 


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