29 Novembre 2018, 16:46
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PALERMO – Arrivano i soldi per gli assegni di cura destinati ai disabili gravissimi siciliani. L’Assessorato regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro ha firmato il decreto per lo stanziamento dei fondi relativi agli assegni dei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2018, finora rimasti in sospeso.
Il decreto prevede che venga completato il finanziamento degli oltre 46 milioni di euro totali destinati ai disabili gravissimi, che arriveranno in primo luogo alle Asp della Sicilia, quindi ai cittadini in attesa da quasi quattro mesi. Un passaggio atteso e reclamato da tutte le parti coinvolte, tra cui il comitato Siamo handicappati no cretini che segue la vicenda su Facebook, ma che sembrava ormai una chimera. Le somme sono state calcolate nonostante l’impossibilità di raccogliere tutti i dati sui pagamenti, “necessari – si legge nel decreto – per individuare con esattezza le quote corrispondenti da ripartire”. Al momento non ci sono date certe sul completamento dell’operazione, ma meglio tardi che mai: l’impegno del Fondo per la disabilità presenta la stessa scadenza dell’esercizio finanziario corrente, ovvero il 31 dicembre.
Nel corso dell’anno, la Regione Siciliana ha adottato nuovi provvedimenti al fine di far ripartire o migliorare i servizi ai disabili siciliani, non sempre accolti con favore dalle associazioni civili; tra i più recenti, la pubblicazione del nuovo bando 2019 per richiedere gli assegni di cura ai disabili gravissimi, ormai prossimo alla scadenza, e l’annuncio dell’assessore alle Politiche sociali, Mariella Ippolito, di aver ottenuto ulteriori fondi per l’assistenza a scuola. Sforzi riconosciuti anche da Siamo Handicappati No Cretini, ma ritenuti ancora insufficienti: Lunia Ales, del comitato, contesta alla Regione la pecca di non aver preteso “un’accelerazione dei tempi in modo da saldare tutti gli utenti, e non soltanto riempire le casse dei distretti socio sanitari, entro l’anno. La scusa secondo cui non tutti avrebbero attualizzato il Patto di cura proprio non regge – prosegue –. È sufficiente rispondere a chi lo ha fatto, la stragrande maggioranza. Essere rispettosi dei tempi degli utenti innanzitutto”.
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29 Novembre 2018, 16:46