Dissesto? “I responsabili | stanno a palazzo degli Elefanti”

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07 Ottobre 2008, 16:53

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Il “partito del dissesto”? Se esiste, sta a Palazzo degli Elefanti e lo guida il sindaco Stancanelli. Rispediscono al “mittente”, appunto il primo cittadino, tre personaggi che, da ambiti diversi, economia per il docente universitario Maurizio Caserta, religione per il sacerdote Salvatore Resca, anima di “Cittainsieme”, associazione di società civile e politica, Orazio Licandro, responsabile nazionale dell’organizzazione dei Comunisti Italiani sono stati chiamati in causa da Stancanelli, in quanto farebbero parte di un presunto “partito” favorevole del dissesto.

Il dibattito intorno alla crisi drammatica delle casse comunali, con l’intervento governativo del 30 settembre scorso (140 milioni a fondo perduto), vive ancora momenti di vis polemica. Lo si è visto, stamane, a “Cittainsieme” dove i tre personaggi hanno incontrato i giornalisti dopo le esternazioni del sindaco, venerdì scorso.
Il professor Caserta ha spiegato che onestà intellettuale vorrebbe che si indicasse come partito del dissesto proprio quello del sindaco e ha spiegato che la faccenda assai delicata è stata gestita con “approssimazione”. Secondo Caserta, si tratta adesso di individuare chi ha la responsabilità “politica e storica” dello sfascio e far pagare – in base a un “principio di economia di mercato” – chi ha causato il danno. Il docente universitario ha fatto notare inoltre che, se è vero che i fondi stanziati dal governo vengono da risorse destinate alle infrastrutture, vuol dire che “si trasferisce il debito da una classe di soggetti a un’altra classe di soggetti”. Sul piano di rientro del sindaco, Caserta ha detto che non ci sono ancora elementi per giudicarlo, ma certamente il punto centrale non è solo quello che riguarda l’aspetto patrimoniale ma “un passaggio delicato: come si modificano i comportamenti”: passaggio che non avviene “con una circolare del sindaco, ma con prospettive diverse e un sistema sanzionatorio diverso”. Caserta ha quindi aggiunto che se è vero che una città non può essere amministrata dagli economisti, però “ha bisogno di personaggi di altra tempra”.
Di “assenza di etica della responsabilità” ha parlato Salvatore Resca, anche con riferimento alle nuove consulenze assegnate dal sindaco negli ultimi mesi, che suscitano già commenti e scontri, mentre Licandro ha esortato il primo cittadino a consegnare alla città il piano di rientro, “perché il disastro non è solo affar suo e della sua maggioranza politica, ma riguarda ciascuno di noi e le nostre condizioni di vita materiali. Ma deve presentare all’opinione pubblica un piano vero, credibile”. Da Licandro è venuto a Stancanelli un preciso invito ad un confronto pubblico, più volte richiesto.

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Il responsabile organizzazione del Pdci ha quindi posto una serie di questioni, chiedendo, ad esempio, se il piano di rientro sia quello presentato al Cipe che poi ha erogato i 140 milioni di euro: denaro in realtà destinato a opere pubbliche, che “i catanesi non avranno più”. Oppure se l’idea di trasformare da agricole in edificabili alcune aree significa che a Catania si sta aprendo una nuova stagione di speculazioni edilizie. Ancora una domanda: se già nel luglio del 2007 gli ispettori ministeriali parlarono di un indebitamento di 870 milioni di euro, “perché Stancanelli non parla? A che serve nascondere?” E poi la necessità di consulenze esterne, o di un nuovo direttore generale: “Che bisogno c’è di continuare a spendere soldi per incarichi che non si giustificano neppure in periodo di vacche grasse?”

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07 Ottobre 2008, 16:53

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