Abusi, in cella don Nuvola

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23 Luglio 2013, 11:01

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PALERMODon Aldo Nuvola finisce in carcere. L’accusa è pesantissima: avrebbe adescato una decina di ragazzini in cambio di denaro. Cinque sono già stati identificati, altrettanti stanno per esserlo. E non è tutto, perché gli investigatori sospettano che l’ex parroco di Regina Pacis potrebbe avere avuto un ruolo nell’omicidio di Massimo Pandolfo, l’uomo massacrato a coltellate nella zona del Teatro del Sole. Le indagini dei carabinieri del Reparto territoriale, coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti Calogero Ferarra e Diana Russo, muoverebbero da una certezza: il diciassettenne, reo confesso del delitto Pandolfo, ne ha parlato con il prete. Gli aveva raccontato tutto e il sacredote avrebbe taciuto. Un silenzio dettato dal vincolo del segreto confessionale? I carabinieri hanno registrato una telefonata di alcuni minuti fra i due nelle fasi immediatamente successive alla morte di Pandolfo.

Poco più di un anno fa Nuvola, ex insegnante di religione al Liceo Umberto, era stato condannato per avere offerto soldi, nel 2009, a un diciassettenne in cambio di una prestazione sessuale. E fu pure condannato a un anno e mezzo, ottenendo, però, la sospensione condizionale della pena e la non iscrizione nel casellario giudiziario. Ed era a piede libero. E non è l’unico guaio giudiziario nel passato di Nuvola. Sempre nel 2009 la polizia lo denunciò per atti osceni. Riferì alla Procura di averlo sorpreso in auto con un giovane nei presso di Villa Giulia. Il pm ha richiesto al gip un decreto penale di condanna a un’ammenda da 200 euro, ma la difesa si è opposta, chiedendo di andare al processo per dimostrare la sua estraneità alle accuse.

Ora è finito in carcere. Non solo minorenni, anche adulti avrebbero aderito alle richieste sessuali del prete. Don Nuvola viene indicato come abituale frequentatore dei giri di prostituzione. Pagava le prestazioni con poche decine di euro, oppure con delle ricariche telefoniche o sacchetti della spesa. Gli incontri avvenivano in macchina o a casa sua. La sua voce è stata pure intercettata e il sacerdote non nascondeva la preoccupazione di essere di nuovo “beccato” dalle forze dell’ordine. Gli inquirenti parlano di “conversazioni agghiaccianti”.

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Nuvola non aveva più assegnata una parrocchia, ma diceva messa in giro per la città. Anche nella cappella della stazione dei treni, dove avrebbe incontrato alcune delle sue vittime. Adesso è in stato di fermo nel carcere Pagliarelli di Palermo. L’udienza di convalida si svolgerà domani mattina davanti al gip Agostino Gristina e in presenza dei difensori. Don Nuvola ha nominato Nino Caleca, Marcello Montalbano e Mario Zito.

 

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23 Luglio 2013, 11:01

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