Dopo l’alt di Manfredi, la Onlus: | “Rinunciamo al nome di Borsellino”

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09 Febbraio 2017, 14:04

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PALERMO – “Rinunciamo al nome di Borsellino”. Alla fine, la Onlus ha scelto di accogliere la diffida di Manfredi, figlio del giudice Paolo Borsellino. Nel corso di una assemblea ha infine deciso di modificare la denominazione dell’associazione. Non è ancora stato scelto il nuovo nome.

La vicenda è stata sollevata nei giorni scorsi proprio da Livesicilia che ha raccolto le parole dei figli del giudice. “Il preventivo avallo, nella fatale assenza di elementi conoscitivi, ad iniziative variamente e genericamente riconducibili, per auto definizione, ad attività cosiddette antimafiose – si legge nell’atto di diffida – contraddirebbe oltretutto lo spirito di laica prudenza e di rigoroso esame dei fatti che costituisce il più importante contrassegno dell’eredità intellettuale del magistrato”. L’associazione è stata costituita qualche anno fa dall’avvocato penalista Giuseppe Gandolfo, con un passato di collaborazione con Libera. Un’associazione, volendo usare le parole del vice questore Borsellino, “particolarmente impegnata sul fronte delle costituzioni di parte civile nei processi contro la criminalità organizzata”.

Anche dopo le diffide, l’associazione ci aveva riprovato. Fino al ripensamento, di pochi giorni fa, affidato alle parole del presidente onorario, il testimone di giustizia Piera Aiello che nei giorni scorsi, ha richiesto al Prefetto di Trapani Giuseppe Priolo un incontro. “Nel corso dello stesso – si legge in una nota dell’associazione – Piera Aiello ha descritto le attività espletate dall’associazione mostrando al tempo stesso preoccupazione per il polverone mediatico sviluppatosi immotivatamente nel corso degli ultimi mesi. Il Prefetto Priolo – prosegue la nota – ha riferito al presidente onorario Piera Aiello che l’associazione è composta da persone meritevoli ed inoltre che sussistono tutti i presupposti voluti dalla normativa vigente per il mantenimento dell’iscrizione dell’associazione nel relativo registro prefettizio, aggiungendo che non aveva tenuto conto degli articoli di stampa denigratori”.

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Insomma, il prefetto ha ignorato le presunte offese sorte a causa degli articoli giornalistici. Il nostro giornale ha raccontato passo dopo passo la vicenda, riportando le diffide ufficiali e l’iter della storia. Compresa, appunta, la presa di posizione dei figli di Paolo Borsellino. Manfredi, oggi commissario di polizia a Cefalù, annota la stessa associazione, nei giorni scorsi ha anche inviato una lettera allo stesso prefetto di Trapani “con la quale – si legge nel comunicato dell’associazione – lo stesso ha manifestato il desiderio che l’Associazione non sia più denominata ‘Paolo Borsellino’.

Lo stesso Prefetto ha aggiunto che se questo è il volere del figlio non può ovviamente non tenerne conto e pertanto l’Associazione è tenuta a procedere al cambio di denominazione. L’assemblea ordinaria degli associati riunitasi lunedì 6 febbraio 2017 ha deciso pertanto all’unanimità (oltre che ad approvare il bilancio consuntivo 2016 ed il bilancio di previsione 2017) – prosegue la nota – di convocare la medesima assemblea, stavolta in seduta straordinaria, per procedere al cambio di denominazione e ad altre piccole modifiche statutarie”. Modifiche che, ha spiegato Piera Aiello in conferenza stampa, “non perché ci sentiamo in torto. Ma per assecondare il volere di Manfredi. E anche per quel senso di rispetto e l’affetto che abbiamo per quel nome. Non vogliamo fare la guerra a nessuno, tantomeno ai figli di Paolo. Continueremo – ha aggiunto – a costituirci parte civile, perché un modo anche per lasciare i riflettori accesi sui processi”.

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09 Febbraio 2017, 14:04

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