11 Luglio 2017, 13:57
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CATANIA – E’ un grido d’allarme, quello che si è levato dalla sede di Confcommercio Catania stamattina durante la conferenza stampa nella quale si è denunciato il pericolo di una vera e propria speculazione edilizia. Lo studio di dettaglio del centro storico di Catania, presentato dalla Giunta al Consiglio comunale lo scorso anno ed ora incardinato nei lavori del civico consesso, non piace alla Confcommercio che lo definisce “un possibile affare per pochi, a danno della collettività”.
A denunciare la mancanza di una visione strategica nell’ambito delle destinazioni d’uso previste dal Piano per i plessi ospedalieri cittadini da dismettere sono stati Giovanni Saguto, presidente di As.Com Catania e Francesco Sorbello, vice direttore Confcommercio Catania, insieme ai consiglieri dell’associazione Trovato e D’Agostino. “Contestiamo innanzitutto il metodo dell’amministrazione comunale – afferma Giovanni Saguto – che, ancora una volta, ha deciso di non coinvolgere preventivamente le parti sociali per discutere dell’idea di Città e di centro storico. Già ad aprile 2016 presentammo un pacchetto di osservazioni che entravano nel merito dello studio ma mai siamo stati contattati per un confronto. E’ questa la tanto decantata democrazia partecipata dell’amministrazione Bianco?”
La proposta del Comune, infatti, prevede nelle aree di rifunzionalizzazione anche la destinazione residenziale nella misura del 20% delle cubature esistenti, si tratta di circa 90 mila mc di residenziale. Mancherebbe, quindi, secondo Confcommercio, una visione strategica ed una specializzazione, permettendo, invece, contemporaneamente, tutte le destinazioni d’uso: residenziale, commerciale, ricettivo, direzionale, insieme a quelle di campus universitario, parcheggi, ecc.
“Questo studio rischia di diventare l’affare di pochi – sbotta Francesco Sorbello – a danno della comunità. Vi è una commistione di destinazioni d’uso non funzionale alla vocazione universitaria e turistica dell’area. L’area in questione, infatti, si caratterizza per la presenza, oltre che di un patrimonio artistico e storico di alto rilievo, di contenitori destinati all’attività formativa scolastica ed universitaria a carattere umanistico. Per questo motivo diciamo che debba essere esclusa la funzione residenziale. Il Vittorio Emanuele sia destinato esclusivamente a campus universitario e ad altre funzioni e servizi ad esso sinergici. Il Santo Bambino a parcheggio a servizio del polo universitario umanistico, precondizione essenziale per una eventuale pedonalizzazione dell’area. Il Santa Marta a polo universitario o museale. Questa una possibile scelta strategica, non certo la commistione di funzioni”.
Confcommercio Catania fa appello al Consiglio comunale affinché rimetta in discussione lo studio e si apra un confronto costruttivo con le associazioni, la società civile e il mondo delle imprese.
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11 Luglio 2017, 13:57