Cronaca

È morta la professoressa Cristina, il ‘Cassarà’ in lacrime

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21 Dicembre 2020, 12:15

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La professoressa Cristina ha lasciato un vuoto incolmabile. Si dice sempre così di tutti quelli che muoiono, talvolta coprendo con il manto della pietà anche i lati che non ci andavano bene. Ma il cratere spalancato dalla perdita di Cristina Grande, insegnante di sostegno al liceo linguistico ‘Cassarà’ di Palermo, è reso tangibile da una serie di segnali. Pure dal linguaggio delle commemorazioni che fa memoria una docente travolta da un male inesorabile a trentanove anni. Non c’è niente di retorico, né si intuiscono pensieri differenti. Tutto è spontaneo e dolente. Tutto parla di una ragazza eccezionale ed eccezionalmente buona.

La preside, Daniela Crimi, ha scritto su Facebook: “Un dolore troppo forte. Avevi ancora tutta la vita davanti. Il ‘Linguistico Cassarà’ tutto piange una persona unica, una giovane donna dolcissima, una mamma speciale, una docente esemplare. Resterai sempre con noi Cristina nostra”.

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La preside, al telefono, aggiunge: “Torniamo ora dal funerale e siamo devastati. Cristina aveva una dolcezza che non l’abbandonava ma, in ogni frangente. Era ritornata a novembre, ma si vedeva che non stava bene. È stata il punto di riferimento dei nostri alunni con disabilità e di tutti. Anche gli studenti già maturati hanno lasciato un pensiero per lei”. Ed è consolante riscoprire che la scuola, nonostante le tempeste, è sempre un presidio di sentimenti forti, costruiti sulla solidarietà e sulla gratitudine. Quando incontri, tra i banchi, una persona indimenticabile, sei destinato a conservarla in eterno nel cuore. E questa può essere una speranza, uno slargo che permette di filtrare la luce in un tempo cupo.

Oggi si sono celebrati i funerali, come ricorda la preside Crimi. “La professoressa Grande – dice una studentessa – si prendeva cura di una mia compagna di classe e di tutti noi. Era sempre disponibile, una persona buonissima. Che sia andata via così è un dolore atroce”. Ma forse i prof non muoiono. Diventano nomi su una lavagna che non vediamo, sotto la scritta ‘buoni’. E lì ci aspettano.

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21 Dicembre 2020, 12:15

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