"Ebola, cosa fare se arriva in Italia" |Il ministero scrive alle Regioni - Live Sicilia

“Ebola, cosa fare se arriva in Italia” |Il ministero scrive alle Regioni

Il ministro Beatrice Lorenzin

Lettera del ministero alla Salute agli assessorati con il protocollo da seguire se il virus arrivasse in Italia. "Ma la probabilità è molto bassa". Intanto la Regione si dota di un piano di contingenza

PALERMO – Una missiva di 21 pagine inviata a tutti gli assessorati regionali alla Salute. L’oggetto: “Malattia da Virus Ebola (MVE) – Protocollo centrale per la gestione dei casi e dei contatti sul territorio nazionale”. Un documento dettagliato con il quale il ministero della Salute illustra alle Regioni il protocollo centrale “della gestione dei casi sospetti/probabili/confermati” di ebola sul territorio nazionale. Il protocollo prevede “l’eventuale trasferimento in modalità protetta presso uno dei Centri Nazionali di Riferimento per la gestione clinica del paziente (INMI “Lazzaro Spallanzani” di Roma e Azienda Ospedaliera “L. Sacco” di Milano), con modalità che saranno valutate di volta in volta, in stretto coordinamento con il Ministero della Salute”.

“La probabilità di importazione di casi nel nostro Paese – si legge nel documento del ministero – è molto bassa; tuttavia è necessario che la capacità di risposta del Sistema Sanitario Nazionale, nell’ipotesi del verificarsi di casi di MVE in Italia, si mantenuta, ovvero implementata, a livelli adeguati, per una corretta e tempestiva individuazione e gestione degli stessi, anche allo scopo di prevenire una possibile trasmissione di questo agente patogeno altamente infettivo”.

Il protocollo illustra i criteri per la classificazione del caso e offre indicazioni sulla valutazione e gestione dei casi sospetti, probabili o confermati del virus che ha fatto registrare un’epidemia in corso dalla fine del 2013 alcuni Paesi dell’Africa occidentale (soprattutto Guinea, Liberia e Sierra Leone). I casi sospetti vanno trattati prima nelle strutture per malattie infettive. Nel caso in cui la diagnosi fosse confermata, il paziente andrebbe trasportato presso lo Spallanzani o il Sacco.

L’Italia, insomma, si prepara all’eventualità di dover affrontare un caso di ebola sul proprio territorio. Qualche giorno fa si è registrato il primo caso di ebola negli Stati Uniti, diagnosticato a un cittadino liberiano. Ebola è «fortunatamente una malattia la cui trasmissione è molto difficile – ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, citata dal Messaggero -, ma va tuttavia organizzato un buon sistema di isolamento sanitario e noi abbiamo un sistema di isolamento all’Istituto Spallanzani che è tra i primi al mondo: l’Italia riguardo, al problema dell’evacuazione di eventuali propri pazienti, è pronta».

Durante il periodo di incubazione le persone non sono considerate a rischio di trasmettere l’infezione; il paziente diventa contagioso tramite secrezioni quando comincia a manifestare sintomi; la probabilità di trasmissione del virus cambia nel corso della malattia con l‟evolversi delle manifestazioni cliniche.

“Già da mesi, per quanto riguarda i sistemi di sicurezza, abbiamo allertato il circuito diramando circolari e misure di controllo per le navi merci che provengono dai Paesi infetti e per gli aeroporti”, ha detto ieri citata dalla Rai il ministro Lorenzin.

Proprio oggi, intanto, è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana il decreto dell’assessore alla Salute Lucia Borsellino di adozione del piano di contingenza sanitario regionale migranti. La governance del piano è affidata a una task force regionale di coordinamento coordinata, senza oneri, su nomina dell’assessore da Francesco Bongiorno, esperto in politiche dell’immigrazione. Il piano, che ha avuto l’apprezzamento dell’Organizzazione mondiale della Sanità, punta a garantire un’efficace risposta al fenomeno dell’immigrazione (centomila gli sbarchi in Sicilia dall’inizio del 2014), identificando ruoli e responsabilità di tutti i principali attori. Nel piano sono previsti protocolli dettagliati per affrontare le eventuali emergenze, individuando con precisione chi interviene e per far cosa a seconda dei casi.

 


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