“Ecco come è rinato il Policlinico”

di

27 Ottobre 2011, 18:37

2 min di lettura

“Abbiamo trovato una situazione debitoria di oltre 4 milioni di euro, ereditata dalle precedenti gestioni commissariali. Oggi il nostro bilancio vanta più di un milione di utili. E in cantiere abbiamo tutti i progetti che daranno vita al nuovo Policlinico”. Parola di Mario La Rocca, direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria di Palermo, che ha anticipato a Livesicilia i progetti in cantiere sul nuovo piano di investimenti.

“A cominciare – racconta – dal nuovo pronto soccorso, che sarà pronto entro il 2012. Il progetto è stato finanziato con fondi europei per un totale di 1 milione e 800 mila euro. Tra le novità della nuova struttura, le strumentazioni radiografiche, di cui non esisteva traccia nel vecchio presidio. Dal 2012 la diagnostica sarà completamente espletata all’interno dell’area d’emergenza”. La Rocca affronta anche il delicato tema dell’intramoenia: “Proprio a causa di questo delicato meccanismo abbiamo sospeso tre medici ancor prima che i fatti di cronaca evidenziassero il problema. Per lo stesso motivo, non abbiamo rinnovato una cinquantina di autorizzazioni con centri accreditati per l’esercizio dell’intramoenia”.

Articoli Correlati

Tra i nuovi progetti presentati dal dg, anche le corsie di degenza chirurgica pediatrica: “I nostri bambini – dice – vivono il limitato soggiorno ospedaliero in un ambiente più consono alle loro esigenze. Per questo motivo abbiamo aperto anche una ludoteca, di cui si occupa una onlus di volontariato”. Spazio anche alle gravi disabilità, grazie al progetto Ancora, rivolto appunto ai disabili non collaborativi e ai loro nuclei familiari, che spesso non trovano risposte nei territori. Il direttore del Policlinico ha infine evidenziato le difficoltà connesse al centro unico delle prenotazioni. “Il nostro Cup – dice – è stato uno dei primi ad essere attivati. Diamo la possibilità di prenotare le visite anche online, oltre che telefonicamente e allo sportello. Ci auguriamo che presto si possa attivare un Cup quanto meno provinciale. Perché il limite che riscontriamo è dato proprio dal verificarsi di prenotazioni a nome dello stesso utente in più presidi ospedalieri, per cui alla fine le liste d’attesa aumentano ma molto spesso i pazienti non si presentano il giorno della visita perché, magari, la prestazione è già stata erogata in un altro nosocomio della città”.

Pubblicato il

27 Ottobre 2011, 18:37

Condividi sui social