“Ecco come evitare la bancarotta”

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19 Maggio 2011, 16:11

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Il bilancio è ingessato, non ci sono i soldi per il sociale e le cooperative scendono in piazza per protestare. Il sindaco Diego Cammarata allarga le braccia, dicendo che di più non si poteva fare, ma il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Davide Faraone, non la pensa così e lancia una serie di proposte per recuperare oltre 25 milioni di euro l’anno: innovazione tecnologica, pannelli solari, abolizione della carta e tagli alla politica. E annuncia il voto contrario del Pd al bilancio. In più chiede di fermare la cementificazione selvaggia e di riformare il sistema aziende, guardando, anche per i revisori dei conti, alle competenze più che all’appartenenza politica.

Consigliere Faraone, a breve il bilancio approvato dalla giunta arriverà a Sala delle Lapidi. Il sindaco Cammarata e l’assessore Genco hanno detto che, date le condizioni, non si poteva fare di meglio. Lei è d’accordo?
“Il problema è che non si può fare diversamente se non si rivoluziona il bilancio. Per dieci anni si sono limitati a mantenere le vecchie voci non riformando nulla e intanto i trasferimenti si sono ridotti di ben 150 milioni negli ultimi 24 mesi. Avrebbero dovuto riorganizzare il bilancio e rendere questo Comune più moderno. Recentemente ho promosso un incontro per individuare alcune misure tecnologiche che possano far risparmiare qualcosa all’amministrazione: abbiamo calcolato che potremmo recuperare dieci milioni l’anno attraverso l’abbattimento dell’uso della carta, l’anello telematico e l’uso di software open source. Praticamente il doppio di quelli che chiedeva Amat. Per non parlare delle fonti rinnovabili: paghiamo 15 milioni, ogni anno, solo per la bolletta della luce, considerando uffici, scuole e impianti sportivi. Se il Comune avesse partecipato ai bandi per i fondi comunitari, avremmo potuto dotare di pannelli solari i tetti delle strutture pubbliche, oltre a rendere più moderna e pulita la città, liberando altri 15 milioni. E queste sono soltanto alcune delle misure che permetterebbero di riformare il bilancio. Ci sono anche i costi della politica da poter tagliare: diminuiamo gli assessori da 16 a 10, nominiamo amministratori unici nelle società partecipate e accorpiamo alcune aziende creando una holding. E’ mai possibile che solo il 7% dell’introito in bilancio provenga dai fondi comunitari? Il Comune, non partecipando ai bandi, perde qualcosa come 500 milioni di euro l’anno, che sarebbero meglio di chiedere soldi a Berlusconi. E’ possibile che il 95% della spesa sia bloccata per stipendi e aziende? Se non andiamo a toccare il 95%, il bilancio rimarrà inevitabilmente bloccato. Dobbiamo ampliare le entrate e riorganizzare il sistema, prevedendo l’intervento dei privati nella gestione di alcuni settori e di alcune aziende pubbliche. Questo richiede ovviamente un’azione riformista, significa rivoltare come un calzino il bilancio. Il problema è che non hanno l’autorevolezza per farlo o il progetto politico, non hanno più la forza. Cosa hanno fatto in dieci anni?”.

Stamane le cooperative sociali hanno protestato a Piazza Pretoria per l’assenza, in bilancio, di fondi a loro destinati. Cosa ne pensa?
“La legge impone di prevedere in bilancio fondi per l’assistenza e il Comune non l’ha fatto negli altri anni, figuriamoci ora. Stamane c’erano gli operatori delle cooperative e le famiglie degli assistiti, famiglie senza reddito che non possono permettersi di pagare la casa di riposo o la retta della struttura sanitaria. Le cooperative, senza fondi, vanno in crisi e si mettono a rischio anche i posti di lavoro. E in bilancio non c’è nulla, hanno ragione da vendere”.

Ieri sera la seduta del consiglio comunale si è conclusa con un nulla di fatto. Cosa non ha funzionato?
“Il problema è che si sta vivendo un periodo di accanimento terapeutico. C’è un’amministrazione comunale che ha terminato il suo ciclo, non hanno più gli stimoli per andare avanti, discutono solo di rimpasti e di cose lontane anni luce dalla città e dai suoi problemi. Una situazione che provoca anche la frustrazione dei consiglieri di maggioranza. Se avessimo votato in questa tornata elettorale, non ci troveremmo in queste condizioni. Per esempio, questo è l’ultimo anno in cui le amministrazione comunali possono usufruire dei fondi comunitari, ma con un’amministrazione del genere perderemo opportunità incredibili”.

E sul bilancio come voterà il Pd?
“Noi abbiamo sempre votato contro questi bilanci che hanno portato la città al collasso. In ambito culturale non viene sostenuta alcuna iniziativa, in ambito sociale non si finanziano più le misure di welfare. I poveri sono abbandonati a se stessi. Non c’è alcuna agevolazione per l’imprenditoria giovanile che non abbia a che fare col precariato. Non vogliamo essere complici di colpe che sono tutte della maggioranza. Il dramma è quello che resterà per la mia generazione e per i nostri figli. C’è un depauperamento e un’erosione assoluta del valore del patrimonio del Comune. Oggi l’Amat ha pochi mezzi a disposizione e poco personale giovane, la Gesip è un carrozzone e la Sispi non ha svolto la sua funzione di azienda informatica. Ci possono essere problemi di liquidità, ma se c’è un patrimonio forte si può recuperare, il problema è il patrimonio che lasceranno è a perdere”.

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Passiamo ai revisori dei conti, che si dovrebbero eleggere stasera. Avete già un accordo con le altre opposizioni?
“Le nostre sono forze politiche responsabili, per le quali i revisori non possono essere persone prese per strada e messe lì a certificare bilanci, ma devono avere delle professionalità di alto livello. Come centrosinistra esprimeremo le nostre preferenze per i revisori dei conti basandoci solo sulle competenze. Non sono convinto che la maggioranza faccia lo stesso nostro ragionamento: non sceglieranno il più bravo, ma semplicemente lo faranno indicare a Fds. Poi se viene scelto un ignorante in matematica non gli interessa, hanno una concezione barbara della cosa pubblica. Come è successo per i revisori delle aziende degli anni passati, oggi sotto processo perché firmavano i bilanci anche se facevano schifo, visto le voragini che hanno provocato. E comunque ho l’impressione che la maggioranza non sarà unita, litigheranno come i pazzi”.

In questi giorni sta facendo un tour fra le società partecipate. Che impressione ha colto in questi incontri con i lavoratori?
“Vedo una grandissima preoccupazione, ma anche lavoratori che spesso vengono additati come responsabili esclusivi dei problemi delle aziende. La verità è che sono stati demotivati dall’utilizzo proprietario della politica sulle società. Sono sempre stati abituati a lavorare per un marchio, considerandolo un patrimonio della città. Quando hanno visto che a presiedere le aziende c’erano capi-partito, che le aziende sono diventate patrimonio delle forze politiche, che gli amministratori distribuivano fac-simili in campagna elettorale, o sono stati addirittura obbligati a partecipare a riunioni per le votazioni, hanno perso ogni fiducia. Il patrimonio umano e professionale delle aziende va rilanciato. Da tempo propongo la creazione di una holding, una regia unica per le società che ovviamente non si fa perché vuol dire pochi amministratori ma bravi. Gli amministratori devono essere selezionati fra i migliori manager, senza guardare alla tessera di partito”.

La maggioranza ha detto di volersi impegnare in Aula per il Piano regolatore del porto e i Prusst (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio). Cosa farà il Pd?
“Loro non sono nelle condizioni di dettare l’agenda politica del consiglio, questi punti sono all’ordine del giorno da mesi e non li hanno mai approvati, è una barzelletta. Il tema vero è che Cammarata, non dimettendosi, ha fatto sì che i prossimi mesi diventino una perdita di tempo, una perenne campagna elettorale in cui verranno privilegiati gli individualismi e le singole liste, a scapito della la città. Sarà il prossimo sindaco che dirà cosa vuol fare su questi temi, l’amministrazione attiva farebbe meglio a chiudere qui il mandato, dal momento che non ha alcuna autorevolezza e registra un bilancio fallimentare anche in materia urbanistica. Il prossimo sindaco si assuma l’impegno di non aumentare i volumi per la città, nessun metro cubo in più di cemento, volumi zero. Dobbiamo concentrarci solo sul recupero dell’esistente, invece loro vogliono una cementificazione selvaggia”.

Perché il consiglio comunale è così bloccato e non riesce a produrre alcunché?
“Ho letto che qualcuno pensa sia colpa del regolamento, ma allora perché il Consiglio prima funzionava pur avendo lo stesso regolamento e lo stesso statuto? Sala delle Lapidi ha sempre funzionato, il vero problema è che la classe dirigente si è allontanata anni luce dagli interessi dai cittadini, è una casta che parla a se stessa, è Beautiful, un cortile quotidiano che genera frustrazioni e pettegolezzi e non fa gli interessi dei cittadini. Quando un’istituzione è lontana anni luce dai cittadini, è destinata a morire. Chi in questi dieci anni ha governato, ha dato una mazzata alla città e alle istituzioni”.

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19 Maggio 2011, 16:11

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