Edisonweb, se il taxi diventa condiviso e sbarca a Dubai

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25 Gennaio 2017, 18:27

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MIRABELLA IMBACCARI – Coniugare innovazione, ecosostenibilità e funzionalità si può se dietro c’è il lavoro di un team pronto a rispondere alle esigenze della società che cambia, con un occhio sempre attento all’ambiente. Si chiama “Mvmant” l’ultima idea nata in casa Edisonweb, l’azienda fondata a Mirabella Imbaccari da Riccardo D’Angelo che fa parlare di se in tutto il mondo. “Era il 1995 – ricorda Riccardo – quando, dopo aver terminato gli studi in Fisica all’università di Catania, complice la mia passione per l’informatica ed internet, ho deciso di scommettere sulla tecnologia come strumento di sostegno alla quotidianità”.

E di strada Edisonweb in vent’anni ne ha fatta, tra campagne pubblicitarie in movimento a NewYork e taxi in condivisione nel magico mondo degli Emirati Arabi. Già perché tra le 19 start-up che hanno ammaliato il board del Dubai Future Accelerator c’è pure quella creata in provincia di Catania con un progetto dedicato alla mobilità. “Ancor prima di essere stati selezionati a Dubai – precisa D’Angelo – la nostra idea è stata scelta dalla commissione europea di Fiware-Frontiercities, tra oltre 600 proposte. Attraverso l’app gli utenti potranno usufruire di un servizio di taxi in condivisione con tratte fisse, abbattendo i costi relativi al consumo di carburante, con un occhio all’ambiente e l’altro al benessere dei cittadini spesso troppo stressati dal problema traffico”.

Ancor prima di materializzarsi a Dubai, il progetto pilota è stato attivato, per poco più di un mese, nel comune di Ragusa con feedback interessanti. “In appena tre settimane – spiega Riccardo – l’app ha registrato 2700 utenti dalle disparate fasce d’età. Il percorso, di circa 8 chilometri, consentiva di raggiungere Ragusa Ibla partendo da via delle Americhe, grazie all’interessante collaborazione con Mercedes Benz che per l’occasione ha sponsorizzato il progetto mettendo a disposizione 4 autoveicoli”.

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E dopo Ragusa, Mvmant è sbarcato a Mestre per poi volare alla volta di Dubai. A questa punto una domanda sembra d’obbligo: permane ancora il grosso gap tra l’Italia e il resto d’Europa in tema di tecnologia? “Il problema – conclude D’Angelo – è che in città come Berlino o Helsinki noti più attenzione alla mobilità sostenibile, si sperimenta di più su mezzi elettrici. In altri paesi, rispetto all’Italia, vi è maggiore tendenza alla pianificazione, si registra meno deficit infrastrutturale e minore fiscalità. Non è una questione prettamente politica ma anche culturale. Siamo in contatto con il dipartimento di Ingegneria dei trasporti di Catania per creare una collaborazione che sia in grado di partire da una filosofia: non ci può essere nella quotidianità una città intelligente se non vi è una soluzione intelligente al traffico. E per generare tutto ciò occorre puntare su mezzi condivisi, non di massa ma di socializzazione, creando una rete in grado di coinvolgere le realtà economiche e commerciali del luogo con meccanismi virtuosi che puntino a valorizzare, in primis, il centro storico della città e non i suoi centri commerciali”.

 

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25 Gennaio 2017, 18:27

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