Con Micari ex azzurri e cuffariani | C’è tanta destra nel centrosinistra

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18 Settembre 2017, 06:04

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PALERMO – C’è il deputato eletto con la lista di Musumeci. Quello proveniente dal partito di Gianfranco Micciché. La parlamentare orgogliosamente cuffariana. E ancora, ex berlusconiani che hanno seguito Alfano, ex assessori di Cuffaro e di Lombardo. Tutti a comporre la coalizione di centrosinistra a sostegno di Fabrizio Micari. Bandiera di quel civismo che spesso fa rima con “trasformismo”. Ma quanto valgono i politici di “centrodestra” nel progetto del centrosinistra in vista delle Regionali?

A Ragusa l’ex sindaco di Forza Italia

Pippo Digiacomo ha antica esperienza “comunista”, seppur declinata, negli ultimi anni, nelle forme nuove della tradizione. Deputato regionale del Pd, è alla seconda legislatura di fila. Arrivò tra gli scranni di Sala d’Ercole nel 2008. Quell’anno, e già da due anni, il sindaco della sua città era Nello Dipasquale, eletto da una coalizione che comprendeva l’Udc, Alleanza Nazionale e il Popolo delle Libertà. Del resto, il deputato oggi passato al Pd di Renzi fu già consigliere comunale di Forza Italia nel 1998 – quando ha ricoperto, da azzurro, la carica di vicesindaco – e fino al 2012, quando verrà fulminato sulla strada della rivoluzione crocettiana. Uomo di centrodestra, insomma, che all’Ars approda però col suo nuovo movimento “Territorio”, dopo essere stato il più votato nel collegio, con la “Lista Crocetta”: porterà all’Ars i suoi oltre 7.700 voti di preferenza. Nel corso della legislatura, come detto, l’approdo al Pd di Renzi. E oggi un ruolo di protagonista in quella coalizione di centrosinistra a sostegno di Micari.

Trapani, nel Pd l’ex di Musumeci

Correrà – salvo sorprese dell’ultima ora – contro Nello Musumeci, il deputato Paolo Ruggirello, eletto cinque anni fa con… la lista Musumeci. Paradossi tutti trapanesi. Lì, nel collegio più occidentale di Sicilia, il parlamentare, che è anche passato attraverso l’idea del “Mir” di Samorì (che oggi sostiene Vittorio Sgarbi) è tra gli uomini più influenti all’interno del Pd, dove giunge dopo un transito attraverso l’Articolo 1 di Lino Leanza. E il peso di Ruggirello non è da poco. Con i suoi 6.600 voti, nel 2012 è stato secondo in termini di consenso solo alla grillina Valentina Palmeri: un successo maggiore anche rispetto ad altri “big” della zona, come l’ex sindaco Girolamo Fazio e il capogruppo Udc Mimmo Turano.

Agrigento, derby “di destra” in Sicilia Futura

Voti di destra, che pesano quindi, nella coalizione di centrosinistra. Che ad Agrigento in molti casi pescherà dal bacino elettorale di uomini con una tradizione nei partiti moderati. Quelli che fanno capo a Silvio Berlusconi o alla storia politica vicina all’ex governatore Totò Cuffaro. Un derby, a guardar bene, tutto interno a Sicilia Futura, quello tra Michele Cimino e Totò Cascio che si aggiungeranno probabilmente a Giovanni Panepinto del Pd, per la corsa al seggio.

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Da dove arrivano i voti di Cimino e Cascio? Basta dare una occhiata alla loro carriera politica più o meno recente. Cimino fu assessore di Cuffaro prima alla presidenza poi alla Cooperazione sempre col governatore di Raffadali, quindi con Lombardo all’Agricoltura e all’Economia, dove lascerà il testimone proprio a Gaetano Armao che adesso sarà un avversario politico. Una carriera vissuta sotto le insegne di Forza Italia, del Popolo delle libertà e del Pdl-Sicilia e poi di “Grande Sud”, il partito di Micciché che alle ultime elezioni regionali lo ha portato nuovamente all’Ars, dove Cimino approda forte dei suoi quasi seimila voti. Poche centinaia in più rispetto a quelli racimolati da Totò Cascio, eletto tra le fila del Cantiere popolare, il partito di Saverio Romano, oggi a sostegno di Nello Musumeci. Voti di “destra”, o comunque di centrodestra, insomma. Almeno in origine. E oggi a disposizione del “campo largo” del centrosinistra.

Alfaniani e cuffariani di Catania

E tanto, tanto centrodestra colorerà la coalizione di centrosinistra nei due più grossi collegi al voto. Anche in questo caso, per merito sia del “gruppo” che fa capo a Totò Cardinale, sia grazie al contributo degli uomini di Angelino Alfano. Uomini di centrodestra che hanno sposato la causa del centrosinistra. A cominciare da Catania, appunto. Lì il sottosegretario Giuseppe Castiglione proverà a spingere i propri candidati (non è ancora certo che si tratti del capogruppo uscente dell’Ars Nino D’Asero). Castiglione, oltre al ruolo nell’attuale governo di Gentiloni, vanta un curriculum zeppo di incarichi politici nel segno del centrodestra. Compresi i ruoli di assessore regionale nei governi di Provenzano, Drago e Cuffaro. Al fianco di Micari c’è poi il vicepresidente designato, Giovanni La Via, che può sfoggiare un ricco curriculum di centrodestra, con tanto di assessorato all’Agricoltura nel governo di Totò Cuffaro.

Ma a Catania peseranno anche i voti di una neo-Dem come Valeria Sudano: se non è certa nemmeno una sua ri-candidatura in vista delle Regionali, il bacino di voti della deputata potrebbe convergere su altri politici della zona, come Luca Sammartino. Anche la Sudano fu eletta cinque anni fa nelle liste del Cantiere popolare e non fa fatica a definirsi orgogliosamente una cuffariana: per lei, nel 2012, oltre 6.300 voti. Sempre nel collegio etneo proverà a giocarsi le proprie carte Pippo Nicotra, sempre nella lista del Pd. Nicotra punterà quindi alla quinta legislatura, eletto nel 2012 con l’Udc, nelle altre elezioni aveva conquistato lo scranno dell’Ars (che ricopre quindi dal 2001) grazie alle elezioni avvenute tra le fila del Nuovo Psi (poi l’iscrizione al gruppo Mpa), del Movimento di Raffaele Lombardo, del Popolo delle Libertà nel 2008, quando otterrà quasi 11 mila preferenze.

Prima con Orlando, oggi con Micari

E a Palermo? Nella città del sindaco Orlando, proprio in occasione delle elezioni comunali, il “transito” dei voti del centrodestra nella coalizione di centrosinistra (riverniciata di civismo), è stato massiccio. Anche grazie al lavoro svolto da due deputati regionali di Sicilia Futura: Edy Tamajo e Salvo Lo Giudice. Quest’ultimo, eletto con la lista del “nuovo avversario” Nello Musumeci, cinque anni fa è riuscito a ottenere la bellezza di 8.500 voti, oltre un terzo di quelli della lista che fa capo al (ri)candidato alla presidenza col centrodestra. Oggi il deputato regionale fa parte del movimento di Totò Cardinale. E del resto, lo stesso Lo Giudice ha raccontato di essere cresciuto proprio nelle giovanili dello Scudo crociato. Nel 2008 diventerà poi consigliere comunale, nel 2010 assessore nella giunta provinciale a forti tinte cuffariane di Giovanni Avanti, ma in quota “Grande Sud”, ovvero il movimento di Gianfranco Micciché nato dopo la rottura tutta interna al Pdl con i “lealisti” di Berlusconi. Voti di centrodestra, insomma. E anche Tamajo, che nel 2012 ha ottenuto più di 5 mila preferenze, vanta una esperienza con Pdl e col Grande Sud di Micciché e ha nel curriculum un passato da consigliere comunale con l’Udc di Cuffaro. Tutti in quel centrosinistra a sostegno di Micari. In quel campo largo che profuma anche di destra.

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18 Settembre 2017, 06:04

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