Elogiato dalla Tv, indagato dai pm| La doppia faccia di Pino Maniaci - Live Sicilia

Elogiato dalla Tv, indagato dai pm| La doppia faccia di Pino Maniaci

Pino Maniaci

La Cnn dedica la prima pagina al giornalista di Telejato, ma i pm lo accusano di estorsione.

PALERMO – Dove finiscono i meriti e iniziano le colpe di Pino Maniaci? Le colpe giudiziarie, si intende. La risposta arriverà dai giudici. Siamo nella fase in cui i pubblici ministeri chiedono il rinvio a giudizio per il direttore di Telejato accusato di un paio di estorsioni dal misero profilo economico.

Nell’attesa c’è chi non ha dubbi sul fatto che Maniaci sia un eroe senza macchia – la Cnn gli ha dedicato un articolo in home page – o addirittura vittima dei magistrati. Il suo avvocato Antonio Ingroia, che magistrato lo è stato, parla di indagine costruita dai suoi ex colleghi.

La Cnn, la più grande televisione del mondo, celebra Manici. Allega all’articolo un video in cui lo si vede mentre gioca a freccette con la faccia dei boss. I mafiosi dalla sua emittente, Telejato, il giornalista negli anni li ha davvero attaccati. Come è giusto sottolineare la sua campagna contro la gestione dei beni confiscati da parte dell’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale Silvana Saguto, finita poi sotto inchiesta.

Per la Cnn Maniaci è “un giornalista vecchia scuola”, “l’unico giornalista pronto a testimoniare gli arresti dei boss mafiosi”. Uno stereotipo di sicuro successo nell’immaginario americano che, però, stando alle indagini dei pm di Palermo, farebbe a pugni con la realtà. Perché Maniaci avrebbe chiesto tangenti ai sindaci di due piccoli comuni in cambio di una linea morbida nei suoi notiziari, anche se il giornalista continua a dire che si trattava del pagamento di fatture pubblicitarie.

La divergenza tra il pubblico e il privato di Maniaci si cristallizza nel passaggio dell’articolo in cui la Cnn parla dei cani di Maniaci, ospiti fissi dell’emittente di Partinico. Nessun cenno alla storia raccontata dalle carte dell’inchiesta palermitana. Due anni fa, infatti, i cani di Maniaci furono impiccati e lui pensò di sacrificarli all’altare della sua popolarità. Parlò di un crudele attentato della mafia. Eppure sembrava avere individuato il vero responsabile, e cioè il marito della donna con cui aveva una relazione. A lei diceva: “.. mi ha ammazzato i cani questa notte…ti giuro che io l’ammazzo… gioia… c’è l’esercito in televisione, vattene a casa subito, subito, c’è l’esercito sta venendo il capitano, sta venendo il veterinario, sta venendo l’esercito, e mi ha fatto trovare due cani impiccati….questo porco… ora non è che esce che, che li ha ammazzati (faceva il nome dell’uomo, ndr)… ora esce che è un atto intimidatorio a Pino Maniaci ora la scorta mi danno, ora un bordello succede e questo bordello…”.

“Una minchiata”, così qualche giorno dopo avrebbe definito le sue parole intercettate: “Io non so se i cani li ha uccisi la persona che ho nominato, volevo farmi bello”. “È un reato mentire a una donna?”, si è chiesto l’avvocato Ingroia che dopo la pubblicazione della Cnn non è stato tenero con i suoi ex colleghi della Procura di Palermo. Ha parlato di “inchiesta surreale, basata sul nulla, costruita dalla Procura su accuse infondate su fatti per i quali Maniaci ha fornito ampia e puntuale spiegazione”.

Insomma, un’operazione per “distruggere un uomo di televisione” iniziata con il video delle intercettazioni distribuito assieme al comunicato stampa il giorno in cui al giornalista fu applicato il divieto di dimora nel Palermitano, poi revocato. Intercettazioni che stanno lì, nel fascicolo del processo, a testimoniare, ne sono convinti i pubblici ministeri, le minacce di Maniaci che si diceva pronto a “sputtanare” con la sua emittente i sindaci che non avessero accettato le sue richieste di denaro. Parole che non possono essere decontestualizzate, ha sempre detto il direttore di Telejato, facendo riferimento al suo colorito modo di esprimersi. Sarà vero?

Nell’attesa la Cnn non ha dubbio alcuno nell’inserire il giornalista nella lista dei buoni dalla quale l’aveva invece escluso l’organizzazione non governativa ‘Reporters sans frontières’, togliendolo dalla classifica dei cento eroi mondiali dell’informazione.


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