Processo a Raffaele e Toti Lombardo| Tutti gli atti della magistratura - Live Sicilia

Processo a Raffaele e Toti Lombardo| Tutti gli atti della magistratura

Braccio di ferro tra accusa e difesa sull'ammissibilità delle intercettazioni. Il legale dei Lombardo, Salvo Pace, ha sempre sottolineato: “Nessun accordo illecito, nessuno scambio”. Ecco la tesi della difesa.

palazzo di giustizia
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CATANIA. Entra nel vivo il processo a Raffaele e Toti Lombardo, accusati di voto di scambio per le elezioni regionali. Al centro dell’udienza di oggi c’è stato il braccio di ferro tra accusa e difesa sull’ammissibilità delle intercettazioni che hanno spedito sul banco degli imputati i Lombardo. Il Giudice Laura Benanti ha respinto l’istanza dellla difesa e le intercettazioni continueranno ad essere parte integrante del processo.

A incastrare l’ex governatore e il figlio Toti, ci sarebbero, secondo la Procura, le lamentele del consigliere muncipale autonomista Ernesto Privitera, che alcune settimane dopo le regionali, è stato intercettato mentre protestava accusando Lombardo di non aver mantenuto la promessa di assumere, in cambio di voti, alcuni parenti.

LE IPOTESI DELLA MAGISTRATURA. Raffaele e Toti Lombardo sono accusati di voto di scambio “perché in concorso tra loro -si legge nell’avviso conclusione indagini di cui LivesiciliaCatania è in possesso- con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in occasione delle consultazioni elettorali per il rinnovo del parlamento regionale siciliano del 28 ottobre 2012, al fine di ottenere voti elettorali in favore di Toti Lombardo” avrebbero promesso assunzioni in imprese catanesi.

L’inchiesta parte dalle dichiarazioni del pentito Gaetano D’Acquino che, all’interno del processo Iblis -che vede Raffaele Lombardo imputato di concorso in associazione mafiosa e voto di scambio per le politiche e regionali del 2008- ha svelato i rapporti tra politica, mafia e assunzioni nelle aziende che si occupano di rifiuti nella città dell’Elefante.

Stavolta la mafia non c’entra, secondo la Procura. Tutto ruota attorno a tre uomini, coindagati con i Lombardo, accusati di aver sostenuto Toti alle regionali, in cambio di posti di lavoro: si tratta dell’ex consigliere municipale del Mpa Ernesto Privitera e di due suoi parenti Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida, quest’ultimo poi effettivamente assunto alla Ipi Srl colosso della nettezza urbana. Privitera, in particolare, è il personaggio centrale di questa vicenda, da sempre vicino a Raffaele Lombardo, tanto da candidarsi anche alle ultime comunali, ma senza fortuna

Le intercettazioni registrate dagli investigatori della Squadra Mobile coordinati dai Pm Lina Trovato e Rocco Liguori, documenterebbero, secondo le ipotesi dell’accusa, la richiesta dell’ex consigliere Privitera, direttamente ai due Lombardo, di una sistemazione lavorativa per i due parenti “in grave difficoltà”. I Lombardo si sarebbero impegnati ad “aiutare” i due parenti di Privitera, che a sua volta, in cambio della promessa di lavoro, avrebbe procacciato voti per Toti.

C’è un fatto che, secondo l’accusa, rappresenterebbe la prova dello scambio elettorale: Privitera è stato intercettato mentre si lamenta del fatto che, dopo aver portato i voti a Toti Lombardo, le assunzioni tarderebbero ad arrivare. I telefoni diventano bollenti nelle settimane che separano le regionali dal mese di marzo del 2013. Privitera al telefono sottolinea che Toti Lombardo, dopo essere stato eletto, tenderebbe anche ad “evitarlo”. E ancora, l’ex consigliere, dopo le elezioni regionali, si dichiara pronto a lasciare il Mpa, nel caso in cui la sua richiesta non fosse accolta e, di conseguenza, la promessa di posti di lavoro da parte dei Lombardo, mantenuta.

Nel frattempo si avvicinano le comunali di Catania, Privitera non lascia il Mpa e a giugno è candidato al consiglio comunale: il suo parente Giuseppe Giuffrida, è stato assunto alla Ipi Srl. Il reato, secondo la Procura, sarebbe stato consumato il 18 marzo del 2013, giorno dell’assunzione.

Secondo la Procura sussiste il collegamento, soprattutto temporale, tra l’impegno di Privitera per le regionali, e l’effettiva assunzione del suo parente alcuni mesi dopo la chiusura delle urne.

LA REPLICA- La difesa del governatore, sostenuta da Salvo Pace, punta proprio a smontare questo collegamento. Innanzitutto “è scontato -si legge nella memoria difensiva consegnata alla Procura dal legale dei Lombardo- che quale militante del partito di Raffaele lombardo, con addirittura un modesto incarico elettivo, Privitera si impegni a sostenere le liste ricondicibili a tale leader”. Secondo l’avvocato, sarebbe “scontato” anche che Privitera sostenesse Toti Lombardo alle regionali.

“E’ cosa altrettanto normale -insiste Pace- che il Privitera si rivolga al suo leader politico per aiutare suoi stretti congiunti in difficoltà perchè privi di una occupazione stabile e non si fuoriesce dalla normalità né si commette un illecito se l’esponente politico assicura al militante del suo partito che cercherà di aiutarlo comprendendo che non si tratta certo di un capriccio ma di una difficoltà autentica”.

I legali dell’ex governatore sono convinti che la promessa di assunzioni da parte dei Lombardo non sarebbe la “contropartita” dell’impegno di Privitera a sostenere Toti: in pratica non si sarebbe concretizzato lo “scambio”, non esisterebbe alcun “accordo illecito”.


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