Escort, Servizi segreti e giudici amici | Le mille risorse della donna venuta dall’Est

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01 Novembre 2013, 06:15

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PALERMO – C’era da pianificare un nuovo rapimento. Ancora una volta in Tunisia. E per non lasciare nulla al caso era necessaria una ricognizione in terra tunisina per studiare i movimenti del bersaglio: un bimbo da riportare in Svezia.

Per non dare nell’occhio la banda sgominata ieri dai carabinieri del Gruppo di Palermo aveva deciso di selezionare due escort. Due accompagnatrici che facessero finta di essere le fidanzate di Ake Hegelsson e Marin Vage, due degli arrestati di ieri. Che a Palermo, secondo l’accusa, avevano un punto di riferimento per ogni esigenza. La campionessa olimpionica di Vela, Larysa Moskalenko, si sarebbe attivata per trovare le barche su cui caricare i bambini, le armi per i blitz e, se necessario, anche le escort.

E partirono dei veri e propri casting. Le selezioni delle finte fidanzate si sono svolte, il 25 ottobre 2012, all’Hotel Cristal Palace, a Villa Igiea e all’Hotel Excelsior. Il giorno prima la Moskalenko ha contattato una tale Giovanna: “Mi servono due ragazze che parlano francese”. Risposta: “… forse te ne posso mandare solo una che parla molto bene francese da Cefalù… ha lavorato in un albergo, ed adesso non so, credo che non lavori in questo momento”. “Perfetto, allora mi serve questa… trova pure un’altra… un’altra amica che pure parla…”.

Al termine delle “selezioni” la scelta è caduta su Anne Gabrielle Van Gool, 52 anni, nata ad Amsterdam. È stata lei, infatti, ad accompagnare Jen Daniel Bakke e Ake Helgesson in Tunisia. Ancora una volta, dicono gli investigatori, Larysa aveva mostrato affidabilità. Di carte da giocare, d’altra parte, ne avrebbe avuto parecchie. Specie a casa sua.

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È il caso di un piano, alla fine non organizzato, per un rapimento anche in Ucraina. La Moskalenko raccontava di essersi messa in contatto con un’amica. Anche lei viveva a Palermo. Il padre faceva il magistrato in Ucraina e avrebbe potuto falsificare una sentenza in modo che l’affidamento di una bambina risultasse assegnato al padre che viveva in Norvegia.

La Moskalenko aveva, dunque, l’amico magistrato e pure quello nei Servizi segreti: “Perché per esempio ho un amico che lavora per i Servizi segreti russi, l’Fsb… ho fatto per quest’uomo dei Servizi segreti, il suo generale… mi ha fatto un buon regalo perché grazie a me ha ottenuto un sacco, un sacco di soldi e… non ho chiesto nulla di questi soldi. Parlo di mille… no aspetta un momento… no mille… solo un momento…dieci, novantanove, cento…ok… centoventimila euro…”.

La vicenda è piuttosto oscura: “Perché ho avuto una situazione con la dogana che… poi ti spiego. E quindi, la donna che avrebbe voluto…che mi chiese dei soldi per la dogana per l’estero e… tipo corruzione… ho chiesto al mio amico dei Servizi segreti russi e abbiamo fatto un’operazione per far andare questa donna in carcere… ma io… io…abbiamo dato a questa donna un’altra possibilità che pagasse un…non uno, centoventimila euro a quest’uomo dei Servizi segreti…”. Anche questo è un fronte investigativo ancora aperto.

*Aggiornamento del 5/11/2013
“L’amministrazione de Cristal Palace Hotel – si legge in una nota – in relazione al recente fatto di cronaca inerente all’arresto della signora Larysa Moskalenko, preso atto delle numerose notizie riportate da veri quotidiani e altri mezzi di informazione che individuano nella nostra struttura uno dei luoghi dove risultano organizzate riunioni da parte degli indagati, con il presente comunicato, intende prendere le distanze dagli eventi descritti dalla cronaca, precisando che il Cristal Palace Hotel risulta essere del tutto estraneo ai fatti contestati dalla Procura della Repubblica di Palermo”.

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01 Novembre 2013, 06:15

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