“Estorsione a un costruttore”| Imputato assolto in appello

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08 Dicembre 2018, 08:45

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PALERMO – Domenico Lo Iacono è stato assolto in appello dall’accusa di avere chiesto il pizzo a un imprenditore. La precedente condanna a 9 anni era stata annullata con rinvio dalla Cassazione. Le accuse erano già cadute per Francesco Franconfonti, Tommaso Lo Presti e Giovan Battista Marino. Le denunce delle vittime, i costruttori Sanfratello, non bastarono per condannarli.

L'avvocato Antonio Turrisi

Sul ricorso del difensore di lo Iacono, l’avvocato Antonio Turrisi, si era pronunciata la Suprema Corte a sezioni unite che aveva annullato con rinvio la condanna. Uno dei Sanfratello inizialmente aveva negato di avere cercato una mediazione per non pagare il pizzo. Lo ammise solo alla fine del processo. Ecco perché era stato necessario l’intervento delle Sezioni Unite che aveva imposto di valutare l’utilizzabilità o meno delle sue dichiarazioni.

Il processo ruotava attorno all’estorsione subita per dieci anni – dal 2000 al 2010 – per un totale di 90 milioni di vecchie lire dai costruttori, le cui dichiarazioni, però, alla luce della decisione della Suprema Corte, non erano state considerate riscontrate da altri elementi, tenuto conto che degli imputati non parlavano i collaboratori di giustizia Maurizio Spataro e Antonino Nuccio, né i loro nomi emergevano dai pizzini.

Franconfonti, Lo Presti e Marino furono assolti in secondo grado con una sentenza che ribaltò il verdetto del Tribunale. Sorte inversa toccò a Lo Iacono, che in primo grado era stato assolto. Ora è arrivata l’assoluzione di appello.

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08 Dicembre 2018, 08:45

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