Parla il “soldato” Cristaudo| “Scordino braccio destro di Nizza” - Live Sicilia

Parla il “soldato” Cristaudo| “Scordino braccio destro di Nizza”

E’ la prima volta che Salvatore Cristaudo, neo collaboratore di giustizia, è ascoltato nel corso di un processo. Le sue rivelazioni riguardano l’attuale organigramma della famiglia Santapaola, in particolare il gruppo di Librino.

MAFIA MILITARE
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CATANIA – Salvatore Cristaudo è la prima volta che parla davanti a un giudice. Organico del gruppo dei Nizza della cosca Santapaola, ha deciso di diventare un “pentito” prima dell’estate. A maggio finì in manette per occultamento di cadavere: fu accusato da Fabrizio Nizza di averlo aiutato a far sparire il corpo di Giuseppe Antonino Rizzotto, vittima di lupara bianca nel 2011. Il neo collaboratore di giustizia è stato chiamato a testimoniare dal pm Rocco Liguori nel processo (rito abbreviato) a carico di Danilo Scordino, Giovanni Privitera, Franco Macrì, Giovanni Cavallaro e Giuseppe Montegrande arrestati lo scorso gennaio per associazione mafiosa, estorsione e armi. E’ l’indagine scattata dopo il maxi sequestro dell’arsenale da guerra localizzato grazie alle rivelazioni di Davide Seminara.

Cristaudo durante l’esame è un fiume in piena: sono molte le volte che il pm Liguori lo interrompe per cercare di cristallizzare i racconti del collaboratore. Si parte dalla sua affiliazione al gruppo Nizza: è il 2008. “Ero un soldato del gruppo di Librino” – rivela. Il gruppo dei Nizza si divide nelle squadre di Librino e San Cristoforo. Fino a quando Fabrizio Nizza non è stato arrestato, Cristaudo avrebbe preso ordini da lui. Con il fratello Daniele in carcere, le redini del clan vanno nelle mani di Andrea Luca Nizza. “E’ il capo tutt’ora” – afferma il pentito. Ma il boss – su cui pende un ordine di carcerazione per la sentenza in primo grado di Fiori Bianchi e almeno altre due ordinanze per mafia e droga – è latitante da dicembre.

Il pm Liguori punta le domande sui profili criminali degli imputati. “Danilo Scordino è uomo di fiducia di Andrea Nizza – afferma Cristaudo – era il suo braccio destro. Si occupava di armi e droga. Quando Nizza diventa latitante le armi entrano nella disponibilità dei fratelli Scordino”. “E come conosceva questi particolari?”- domanda il pm. Il collaboratore di giustizia ricorda che “Massimo Arena aveva saputo che il padre degli Scordino voleva vendere le armi e siccome nell’arsenale c’era una mitraglietta che aveva regalato personalmente ad Andrea Nizza ne aveva preteso la restituzione”. Sarebbe stato Arena in persona a raccontare questo dettaglio a Cristaudo.

Il nome di Danilo Scordino inoltre sarebbe stato inserito nella lista degli stipendiati del gruppo dei Nizza. Elenco che Cristaudo ha visto nei primi mesi del 2015 (poco prima del suo arresto) a “casa di Saro Lombardo”. Saro U Russu, il boss ai domiciliari per motivi di salute a cui sarebbe stato organizzato il concerto interrotto dai carabinieri ad agosto in via Biagio Pecorino. A casa di Lombardo si sarebbero tenuti anche dei summit a cui avrebbe “partecipato Franco Macrì”, responsabile di vertice delle piazze di spaccio di San Cristoforo. Della stessa squadra farebbe parte anche Giovanni Cavallaro, che nel 2013 dai Martiddina sarebbe transitato nei Santapaola. “Si accompagnava a Franco Macrì” – racconta Cristaudo.

Giuseppe Montegrande non sarebbe un affiliato, ma un uomo molto vicino ai Nizza. “Riciclava e ripuliva il denaro”- racconta il pentito. Giovanni Privitera, invece, sarebbe stato una persona ben inserita nel clan. “Era molto vicino a Davide Seminara, teneva la contabilità della cocaina”. E quando Seminara diventa collaboratore “Giovanni ha avuto tutto nelle mani, sia la droga che il denaro. Una volta ha mandato me a Picanello per ritirare dei soldi”- aggiunge Cristaudo.

Al centro del processo l’estorsione reiterata ai danni di un imprenditore catanese minacciato da Andrea Nizza. Dalla ricostruzione dell’accusa la vittima sarebbe stata brutalmente malmenata per costringerla a cedere delle proprietà immobiliari: il prezzo da pagare per saldare parte dei debiti dovuti ai suoi strozzini. Cristaudo racconta chi avrebbe partecipato al pestaggio: “Franco Macrì e Danilo Scordino lo avevano picchiato su ordine di Andrea Nizza. E’ stato mio fratello Martino a raccontarmelo”.

Il processo ordinario che vede tra gli imputati il latitante Andrea Nizza  è fissato per il 29 settembre.

 


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