09 Ottobre 2023, 13:34
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PALERMO – Organizzare “il centro in Sicilia e nel resto d’Italia”, un’area politica che dovrà essere “autonoma dal sovranismo e dal populismo”: tutto questo con ‘vista’ sulle elezioni europee. Davide Faraone, plenipotenziario di Matteo Renzi in Sicilia, plana a Palermo con l’ultimo acquisto di Italia viva, la senatrice messinese Dafne Musolino, e indica gli obiettivi a breve termine della pattuglia renziana.
Prima di tutto c’è il dialogo “con le forze che vorranno stare in questo spazio politico”. “Su questo noi vogliamo costruire le elezioni europee e pensiamo di riuscire a mettere su una lista che abbia questa collocazione politica”, spiega il deputato di Iv accanto a Musolino, appena approdata alla corte dei renziani dopo l’elezione a Palazzo Madama nelle file di Sud chiama nord.
Domenica, intanto, ci saranno i congressi in tutte le nove province della Sicilia, oltre che in tutta Italia, e si voterà per i segretari provinciali, per quelli regionali e il segretario nazionale. “Si potrà votare online e in presenza – ha ricordato Faraone -. Prima ci saranno una serie di assemblee nelle varie province per mettere in campo questo progetto di ‘centro’ in vista delle europee – ha continuato – e naturalmente sarà anche l’occasione di radicare il partito, per costruire ancora di più la relazione con gli amministratori locali, con i giovani che abbiamo organizzato durante le scuole di formazione politica, con le donne su cui vogliamo investire”. Il congresso, nelle intenzioni dei renziani, “sarà un’occasione di maggiore strutturazione di Italia viva, ma al tempo stesso di creazione delle relazioni per costruire questo soggetto di centro”.
Un progetto nel quale sarà coinvolta Musolino, che ha spiegato così il suo addio a Cateno De Luca. “Il mio passaggio non è un tradimento politico come qualcuno vuol far passare ma è un percorso naturale di evoluzione nell’interesse sempre dei miei elettori e del territorio – le parole della ex assessora al Comune di Messina -. Il mandato politico che ho ricevuto è quello di rappresentare il territorio del Sud e le istanze della Sicilia in Parlamento. Ho fatto interventi in questi mesi che sono stati apprezzati, dimostrando un impegno importante, ma mi sono resa conto che, all’interno del gruppo per le autonomie, il mio lavoro non aveva sviluppi, non poteva avere alcuno sbocco, non c’era un progetto che si poteva portare avanti ed ero in uno stato di isolamento politico che poi è quello determinato dal mio segretario nazionale del mio ex partito (Cateno De Luca, ndr)”.
Da qui la decisione: “Ho compreso che andava necessariamente coltivato uno sviluppo del mio mandato – ancora Musolino -. A fronte di una strategia di isolamento progressivo sempre del mio ex segretario di partito ho ricevuto una serie di stimoli da molti gruppi parlamentari, ho ritenuto di guardare con grande attenzione al ‘centro’ che, secondo me, è il punto focale in cui convergeranno le preferenze degli elettori che non si riconoscono in questa polarizzazione”. A Musolino ha risposto però lo stesso De Luca: “Nel tentativo di giustificare le sue scelte la senatrice Dafne Musolino continua a mistificare la realtà – è la replica -. Apprendiamo oggi che la scelta di lasciare Sud chiama nord sarebbe dettata dell’isolamento politico in cui si sarebbe trovata. Vorrei ricordare alla senatrice Musolino che quell’isolamento politico al quale fa riferimento è lo stesso che le ha consentito di essere eletta e che ci sta facendo crescere in tutta Italia”.
De Luca ha poi continuato: “La senatrice Musolino parla di ‘stimoli’ ricevuti da parte di molti gruppi parlamentari. Ecco, ci piacerebbe sapere, e la Musolino per correttezza ed onestà intellettuale nei confronti degli elettori dovrebbe dirlo, quali sono questi stimoli che l’hanno convinta a lasciare Sud chiama nord. Prima il 29 luglio alla festa del partito a Fiumedinisi e dopo, in occasione dell’anniversario per l’elezione del 26 settembre, la senatrice Musolino aveva espresso assoluta condivisione del nostro progetto politico. Non possiamo quindi oggi non chiederci quali ‘stimoli’ nel giro di 15 giorni possano averla spinta a cambiare idea. Dovrebbe anche spiegare i suoi incontri con Cuffaro e perché proprio lei alla fine di aprile aveva detto no ad un accordo tecnico per fare un gruppo unico con il terzo polo al Senato, proposta che aveva come regista proprio Matteo Renzi”.
In serata arriva anche la risposta di Cuffaro a De Luca. “Non so a quali incontri si riferisce De Luca, non sono abituato a fare cose di nascosto – dice l’ex governatore -. Quando mi è capitato di incontrare la senatrice Musolino è stato sempre durante eventi pubblici e dibattiti televisivi. Stimo e rispetto la senatrice e mi ha fatto piacere averla ospite alla Festa dell’Amicizia, in un dibattito sulle Attività produttive. Tutto il resto sono solo malevoli supposizioni”.
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09 Ottobre 2023, 13:34