20 Febbraio 2018, 17:39
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PALERMO – Una foto su Facebook ha fatto scoppiare il caso. Ma le cose stavano un po’ diversamente. Giuseppe Ferrarello, già sindaco di Gangi e già candidato da novemila preferenze nella Lista Micari, non è passato con Giorgia Meloni. Con la leader di Fratelli d’Italia ha fatto solo una foto a Bagheria, foto che pubblicata su Facebook ha scatenato la reazione dei Partigiani del Pd. Il caso politico però c’è lo stesso, perché come ammette Ferrarello, il candidato della lista orlandian-renziana di tre mesi fa è effettivamente passato dall’altra parte, ma in quota Udc-Noi con l’Italia. E dire che solo qualche settimana fa al Nazareno avevano letto il suo nome tra i candidati del Pd per il 4 marzo.
“Negli ultimi anni, per un ragionamento condiviso con il territorio ho votato e fatto votare il centro sinistra, oggi quel percorso si è interrotto. Non ho ancora preso nessuna tessera di partito ma chi mi conosce sa bene che sono sempre stato e sono ancora vicino all’Udc”. Così a caldo Ferrarello aveva commentato su Madoniepress. A Livesicilia, l’ex sindaco si sofferma sulle ragioni della sua scelta. “Mi ero candidato in quella lista alle Regionali perché credevo in un progetto sui territori. Non ci credo più a quel percorso che aveva cominciato Leoluca Orlando. E così sono ritornato da dove venivo, cioè dal centro. L’Udc in particolare”.
Ma Renzi non lo sapeva? Perché lei era stato inserito tra i candidati della lista del Pd,
“Io avevo dato la disponibilità a non fare il riempitivo. Essere candidato al terzo posto al proporzionale poteva avere forse senso se c’era un progetto complessivo di territori, sennò non aveva senso. Fare il riempitivo non mi interessa”.
E la coerenza politica?
“La mia coerenza l’ho dimostrata sul territorio lavorando al di là di qualunque logica di schieramento, anche arrivando fino alla fine in una lista sconquassata”.
La sua candidatura in quella lista, la lista del candidato presidente Micari, fu sostenuta anche da altri sindaci madoniti come Mario Cicero. Che ora si candida nel Pd. Si è rotto qualcosa tra voi?
“Lui ha deciso di essere candidato, ciascuno è libero di farlo. Mario è un caro amico ma gliel’ho detto che non condividevo questa scelta fatta in questo modo. Io ho fatto dieci anni il sindaco lavorando sui temi del territorio al di là delle appartenenze politiche”.
E da ex sindaco aderì al progetto di Orlando che parlava di civismo e ora è entrato nel Pd…
“Sì, e l’unico sindaco che aveva portato avanti quel progetto alle Regionali ero stato io”.
È deluso da Orlando?
“Sono deluso, sì”.
Ma il fatto che un politico come lei passi da un polo all’altro tra due elezioni a distanza di tre mesi vuol dire che questi partiti e questi poli ormai non significano più nulla?
“Guardi, io provengo dall’Udc. Credendo a un progetto legato ai territori, che stava nel centrosinistra, ho continuato lì il mio percorso. Non mi sono di fatto spostato. Ho aderito a quella lista in cui però alla fine c’ero solo io. Ora sono tornato nel mio alveo naturale”.
Se si fosse candidato allora nell’Udc magari sarebbe stato eletto all’Ars. Rimpianti?
“Lo sarei stato in qualunque partito. Ero in una lista che si sapeva che non avrebbe fatto il 5 per cento e questo mi ha anche penalizzato. In ogni caso è stata una bellissima esperienza e penso di avere vinto. Non ho mai fatto politica per le poltrone”.
Magari alla fine centrosinistra e centrodestra si uniranno dopo il 4 marzo. Che ne pensa?
“La politica è diventata così, purtroppo. Io credo molto negli uomini”.
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20 Febbraio 2018, 17:39