Ferrovie in crisi tra nuovi tagli | e servizio sempre più inadeguato

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17 Gennaio 2013, 16:49

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PALERMO – La riduzione di ben 2 milioni di chilometri percorsi dai treni in tutta la Sicilia, l’offerta per i passeggeri che negli anni si è più che dimezzata dopo gli innumerevoli tagli di treni regionali e a lunga percorrenza, il rischio di chiusura per altre tratte interne e del totale smantellamento del traghettamento sullo Stretto. Una situazione al collasso, insomma, quella del settore ferroviario in Sicilia, con migliaia di posti di lavoro in bilico. Per questo i segretari di Cgil, Cisl e Uil Sicilia Ferruccio Donato, Maurizio Bernava, Claudio Barone e i segretari di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Sicilia Franco Spanò, Amedeo Benigno, Angelo Mattone, in una lettera indirizzata al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, chiedono un incontro urgente per discutere delle iniziative da mettere in campo per rilanciare il settore.

Nella lettera si legge: “Mancano investimenti e risorse anche solo per garantire la semplice manutenzione ordinaria delle linee siciliane con il grande rischio di vedere la chiusura di alcune tratte interne come l’Alcamo-Castelvetrano e tutta la dorsale mediterranea (Siracusa – Gela-Caltanissetta – Agrigento) che si sommeranno alla già chiusa tratta ferroviaria Caltagirone-Gela; manca la stipula del contratto di servizio fra Regione e Trenitalia, cosa che ha causato nell’ultimo biennio un considerevole taglio del servizio offerto dalla società ferroviaria quantificabile in 2 milioni di chilometri di percorso all’anno e che porterà da febbraio al già preannunciato taglio di un ulteriore milione di chilometri, senza un minimo di controllo da parte della Regione, con l’aggravante che la restante offerta verrà concentrata solo sulle dorsali, di fatto giustificando paradossalmente la chiusura di altre linee”.

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I segretari commentano “tutto questo va ad aggiungersi alla diminuzione del servizio passeggeri nei tratti a lunga percorrenza e merci causato dalle scelte del governo nazionale e di Trenitalia, che negano la continuità territoriale e rischiano di portare anche all’eliminazione del traghettamento sullo Stretto di Messina e al licenziamento di gran parte dei lavoratori dell’indotto ferroviario”. Per questo “auspichiamo una inversione di tendenza per non marginalizzare e isolare ancora di più la Sicilia , i trasporti e in particolare il settore ferroviario sono volano per l’economia dell’isola. Intervenire subito significa rilanciare lo sviluppo e salvaguardare l’occupazione ferroviaria fatta di migliaia di lavoratori diretti e dell’indotto”.

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17 Gennaio 2013, 16:49

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