Fiumi di droga da Napoli a Palermo| Scatta il blitz: tre arresti

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17 Novembre 2016, 11:46

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PALERMO – Un ponte della droga tra Napoli e Palermo, con grosse quantità di hashish e cocaina che giungevano periodicamente nel capoluogo siciliano per essere immesse nel mercato cittadino. Nel corso dell’operazione “Soldier” la squadra mobile di Palermo, con la collaborazione della squadra mobile di Napoli e del commissariato di Terracina, ha smantellato un’organizzazione con tre misure cautelari emesse dal gip su richiesta della Dda. Domenico Capuozzo, Maurizio Ruffo e T.S, una donna di Terracina, sono finiti in arresto per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Con l’operazione antidroga  viene colpita una delle più floride rotte nazionali attraverso la quale lo stupefacente arriva in Sicilia. Un rapporto sempre molto “stretto” quello con la Campania, che permetteva ai pusher palermitani di ampliare il proprio mercato di spaccio. I provvedimenti sono stati notificati a Napoli, Latina e Foggia, dove Capuozzo è recluso per altri reati.

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Nel corso delle indagini sono stati effettuati vari sequestri: nel giugno 2013, 39 chili di hashish, trasportati a Palermo da un caporal maggiore dell’Esercito Italiano, il quale, approfittando del suo ruolo, sperava di poter eludere i controlli di polizia, trasportando con il proprio mezzo lo stupefacente. Nel settembre 2013 sono stati trovati a Palermo due chili e mezzo di cocaina, nascosti da Ruffo all’interno della sua auto: l’uomo fu arrestato in flagranza. Ruffo durante ogni viaggio veniva spesso accompagnato dalla donna, i due fingevano di essere una coppia in vacanza in Sicilia. Come accertato, la donna era anche la prestanome per l’intestazione delle auto con cui veniva trasportata la droga.

Dopo i massicci sequestri i napoletani avevano inviato a Palermo circa tre chili e mezzo di cocaina. Un uomo, ovvero Capuozzo, era giunto in città a bordo di un’auto, insieme a due donne. Anche in quel caso la consegna andò in fumo: se la droga fosse stata immessa nel mercato illecito, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 600 mila euro.

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17 Novembre 2016, 11:46

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