16 Agosto 2021, 05:06
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Governo, imprese, università, la politica, tutti vedono nel Piano nazionale di ripresa e resilienza una grande possibilità di sviluppo offerta al Paese. L’ultima vera possibilità, dice addirittura qualcuno. In Sicilia però sembra che a partire dai progetti previsti per le infrastrutture le cose non stiano così. Il governo Draghi, in realtà, con una mano ha dato e con l’altra ha tolto. Ben otto miliardi. Secondo Marco Falcone, assessore alle Infrastrutture e mobilità della regione, il Pnrr sembra un “modo per appropriarsi di fondi già siciliani”. L’intervista.
Il Pnrr, per la Sicilia, più che un piano straordinario sembra ordinaria amministrazione. Un cortocircuito tra l’obiettivo di recuperare il gap con il Nord del Paese e le risorse messe in campo?
“Le risorse del Pnrr sostituiscono precedenti fondi, ma non danno nuove opportunità finanziarie – spiega l’asssessore Falcone. Sono risorse sostitutive, non aggiuntive. Sembra non soltanto un cortocircuito, ma un modo per utilizzare risorse europee per liberare e appropriarsi di fondi già assegnati alla Sicilia. All’Isola erano già stati dati otto miliardi, anche il Pnrr stanzia circa otto miliardi, ma non avremo sedici miliardi perché i primi otto se li riprendono. Per esempio le tratte ferroviarie Catania – Messina, la Palermo Catania erano già state finanziate con i primi otto miliardi, come la Caltagirone Gela.
Anche i lavori per opere ferroviarie erano già finanziati, con contratti di programma assegnati alla Sicilia tramite Rfi. Questi contratti prevedono che negli anni si realizzino proprio quelle opere adesso inserite nel Pnrr.
Il governo nazionale ha detto che il Pnrr è basato anche sulla negoziazione dei progetti. Cioè, enti locali e imprese del territorio possono partecipare alla progettazione. Qual è lo stato dell’arte, quanta partecipazione c’è stata?
“I nostri enti locali avrebbero potuto e dovuto partecipare alla negoziazione, ma di fatto non c’è stata. Soltanto qualche incontro banale – racconta- , più per una questione di forma che un convolgimento reale del territorio. Oltre il coinvolgimeno è mancata anche la strategia, risorse sostitutive. Per potere dire che stanno facendo qualcosa rendiconteranno opere già finanziate o addirittura in corso di realizzazione.”
Su quali fondi dunque la Regione potrà fare pianificazione?
“Quello su cui puntiamo è il Piano complementare – spiega -, cioè i fondi per lo sviluppo e coesione e i fondi del PO Fesr, con cui cercheremo di mettere in campo delle opere più strategiche per la Sicilia. Il presidente Musumeci, quando abbiamo incontrato il ministro per le Infrastrutture e trasporti Giovannini, ha posto ulteriori richieste specifiche come il Ponte sullo Stretto, il completamento della Ragusa Catania, 300 milioni per le strade provinciali, la riqualificazione della zona Falcata, la bonifica del porto di Augusta per farlo diventare un hub. Un’altra opera – continua – che il governo nazionale ha trascurato e che il governo Musumeci ha chiesto è la tangenziale di Palermo. Lavori che ammontano a circa 1,5 miliardi di euro. Non chiediamo benevole concessioni, i finanziamenti devono essere decisi a seguito di un confronto che metta in evidenza le vere emergenze ed esigenze del territorio.”
Questo 40% garantito al Sud sembra più un dato burocratico buttato lì che di sostanza
“Non c’è dubbio. Noi le richieste le abbiamo fatte tutte, ma ci vuole una volontà politica centrale che riconosca alla Sicilia quei diritti che le sono negati da molto tempo.”
L’assessore è soddisfatto, al netto delle risorse disponibili, del lavoro fatto dal governo Musumeci sulle infrastrutture. “Il nostro è il governo che ha sbloccato le grandi opere in Sicilia”, dice prima di illustrare quanto realizzato e annunciare nuovi investimenti come sui porti di Favignana e Vulcano.
“In questi tre anni -specifica l’assessore – abbiamo dimostrato di sapere spendere i soldi. Abbiamo mandato in gara e aggiudicato le grandi opere, abbiamo completato lavori che erano fermi su autostrade come la Rosolini Ispica e l’anno prossimo consegneremo l’autostrada Ispica-Modica. In ragione di questi avanzamenti, abbiamo chiesto al governo Drgahi altri 330 milioni per il lotto 9 della tratta Modica-Scicli. E abbiamo chiesto 200 milioni di euro per la messa in sicurezza della A18, Catania Messina, e della A20 Messina Palermo. Questi 200 milioni – continua – saranno aggiuntivi ai 300 milioni che la Regione sta spendendo per la Catania-Messina e la Messina-Palermo e serviranno per completare la pavimentazione stradale e per la sostituzione dei guardrail.
Per il trasporto su ferro “abbiamo chiesto il collegamento di Ragusa con Caltagirone e di Caltagirone con Enna, la conclusione del raddoppio che va da Castelbuono a Patti – spiega Falcone-. Nel 2019 abbiamo fatto ripartire anche la tratta Ogliastrillo-Castelbuono, un’opera da 500 milioni di euro. Sulla Catenanuova-Biccoca sono stati avviati lavori per 450 milioni e l’elenco continua con il raddoppio della Catania-Palermo. Con il governo Musumeci sono partite le grandi opere”.
“Abbiamo fatto oltre 40 interventi sui porti minori – spiega l’assessore alle Infrastrutture – , con una spesa di oltre 160 milioni di euro. Siamo intervenuti a Marsala, a Mazara del Vallo, nelle Eolie. A metà settembre consegniamo il Porto di Castellamare del Golfo e stiamo completando lavori su quello di Pantelleria e Sciacca. Agli inizi di ottobre,invece, manderemo in gara quelli di Favignana e di Vulcano. Martedì scorso abbiamo aggiudicato i lavori per il porto di Filicudi. Un’altra grande opera che ci piace ricordare – racconta – è quella del porto di Sant’Agata di Militello che vale 50 milioni di euro. E ancora faremo lavori sul Porto di Ortigia e stiamo progettando il porto di Santa Panagia. Abbiamo anche fatto arrivare finanziamenti alle Autorità portuali di Palermo, della Sicilia orientale, di Messina ed entro il 2022 finiremo il grande porto di Tremestieri, finanziato con circa 83 milioni di euro per decongestinare il porto di Messina. Decine decine di interventi. Siamo anche intervenuti nei lavori per il porto di Cefalù, per consentire che venga utilizzato anche per il traffico passeggeri.”
Una battuta finale sulla calda estate politica italiana. Salvini ha detto che sarà spesso in Sicilia e, ha specificato, per la ripresa dei lavori dell’Ars. Parole che suonano come una rivendicazione di maggior spazio in giunta?
No, Salvini ha detto che il governo del presidente Musumeci sta lavorando bene. Salvini sta lavorando non per togliere qualcosa agli altri, ma in un’ottica di rafforzamento della colazione. E’ chiaro che possa aiutare la Regione ad essere più incisiva nei confronti del governo nazionale.
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16 Agosto 2021, 05:06