Fondi al Sud, Falcone: "Ecco la verità sulla Sicilia" - Live Sicilia

Fondi al Sud, Falcone: “Ecco la verità sulla Sicilia”

Commenti

    Se ne va anche lui con il padano?

    bene, andate avanti come un treno

    La crisi del governo Conte 2 e la formazione del governo Draghi hanno impedito al Parlamento una elaborazione più attenta e ponderata del nostro piano di ripresa e resilienza (PNRR). Si tratta del più grande progetto decennale che mira alla riduzione delle disuguaglianze generazionali e territoriali, dove il fattore umano è decisivo sia a Nord che al Sud per raggiungere gli obiettivi di sviluppo equilibrato dentro la cornice economica europea. Esso richiede non solo la lettura attenta e integrale del documento ma anche e soprattutto capacità progettuale, ideativa e attuativa degli enti locali chiamati a gestire circa il 60% degli 83 miliardi destinati al Sud: direttamente e attraverso partecipazione ai bandi indetti dai ministeri competenti. Contiene 6 missioni, 16 componenti e oltre 157 linee tematiche di intervento per una spesa complessiva di 190 miliardi più 30 provenienti dal fondo nazionale “sviluppo e coesione” finalizzato a integrare la spesa.
    L’Osservatore civico ha chiesto che le esperienze di partecipazione e trasparenza, già avviate sui fondi strutturali vengano ampliate e utilizzate anche nel PNRR perché l’ultima edizione inviata e approvata a Bruxelles presenta lacune sulla ripartizione territoriale. Non è chiaro quante risorse andranno ai comuni con la loro precisa e vincolante allocazione, come saranno strutturati i bandi, con quali criteri e quale sarà l’effettiva ricaduta degli interventi sui territori, come saranno spesi i soldi per la transizione ecologica, quanti bambini da 0 a 2 anni nel 2026 frequenteranno l’asilo nido, quanti treni correranno agni giorno fra Messina e Trapani.
    Ci sono regioni, come la Puglia e la Campania, che invece di alimentare polemiche e contrapposizioni lavorano, si confrontano e costruiscono alleanze politiche e sociali per un nuovo Mezzogiorno capace di realizzare e gestire politiche pubbliche insieme ai cittadini con i loro saperi.
    Cosa aspetta il governo regionale ad approvare riforme e semplificazioni di sua competenza propedeutiche a vincere la sfida burocratica e superare il vecchio modello di sviluppo

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Senatore Faraone quanta ipocrisia nei suoi ragionamenti. Non è obbligatorio che Cuffaro faccia politica. Lei non dice quello che pensa. Non si può da un lato ricordare Falcone e Borsellino e al tempo stesso consentire a Cuffaro di fare politica. Avere scontato la pena non cancella il reato. Il reato resta . Il recupero non comporta necessariamente il reintegro di Cuffaro nella politica. È inquietante che Cuffaro abbia rifondato la Democrazia Cristiana. Ed è ancora più inquietante che abbia un seguito. Lo Stato deve assumere una posizione chiara e netta contro la mafia. Non avrebbe senso che ci siamo ancora uomini dello Stato rischino la vita e si dichiari che Cuffaro possa fare tranquillamente politica come se non avesse commesso nulla. La gravità del resto di Cuffaro è di avere commesso il reato da rappresentante delle istituzioni e non da comune cittadino. Ci pensi e si sforzi a dire quello che pensi. Basta con l'ipocrisia.

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