Catania

Fontanarossa, il giorno della verità: la Sicilia vuole sapere

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24 Luglio 2023, 05:01

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CATANIA – Che quelli di questo inizio di settimana non sarebbero stati i giorni capaci di riportare tutto alla normalità, lo si era capito già quando si era azzardata una possibile data di riapertura a pieno regime dell’aeroporto.
Non vi era stato alcun annuncio ufficiale, per la verità. Ma l’individuazione di un arco temporale plausibile, quello sì.
Morale: il caos permane inevitabilmente e la pazienza degli utenti è più che messa a durissima prova. Nel mezzo, c’è la politica che ha deciso, almeno fino ad oggi, di fare quasi da spettatrice o, quando non lo fa, di celebrare uno scontro istituzionale ai livelli più alti.

La visita della Commissione parlamentare Trasporti

In questo clima rovente (e non certo per via delle altissime temperature) nella tarda mattina di oggi, intanto, arriva la Commissione parlamentare Trasporti con il compito dichiarato “di verificare in presenza lo stato dell’arte e l’evoluzione dei lavori nell’aerostazione e riscontrare, inoltre, anche le criticità e i miglioramenti che si possono apportare dopo l’incendio divampato domenica scorsa che ha generato la chiusura della struttura con conseguente congestione del traffico aereo e notevoli disagi per utenti, passeggeri, turisti stranieri e non”.

La Sicilia vuole sapere

Quello che emergerà dal sopralluogo di stamane dovranno farlo conoscere i diretti protagonisti.
Perchè c’è una Sicilia (non solo una città) che si interroga su cosa stia accadendo. 
Perchè c’è una Sicilia che vede i suoi scali aeroportuali al collasso per via di un sovraccarico del quale ognuno dei singoli aeroporti (Trapani, Palermo, Comiso) non può farsi carico.
Perchè c’è un danno economico da 40 milioni di euro al giorno (la stima è di Assoesercenti Sicilia) che non può essere derubricato come un effetto collaterale all’incendio del Terminal Arrivi.

L’inchiesta della Procura

Nel frattempo, prosegue parallelamente anche l’inchiesta della Procura della Repubblica di Catania su quanto avvenuto la notte di esattamente una settimana fa.
Una indagine, manco a dirlo, che vede bocche cucite da parte degli investigatori e con il fascicolo monitorato di persona dal Procuratore Zuccaro: ma quello che è acclarato è che l’incendio non è di matrice dolosa.

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Botta e risposta Urso-Schifani

Ma che nell’aria ci sia un nervosismo tutto’altro che celato, è confermato dalla giornata di ieri. Una domenica che ha visto un duro scontro a distanza tra il Ministro Urso ed il Governatore Schifani.
“Sinceramente non capisco la reazione del presidente Schifani davvero scomposta nei toni e nei modi, che evoca chissà quali vicende localistiche che non appartengono alle mie valutazioni. Io mi sono riferito esclusivamente alla programmazione infrastrutturale che spettava a Sac, ha provato a chiudere la polemica il titolare del dicastero al Made in Italy.

Poco prima, il Presidente Schifani gli aveva risposto (“Quella di Catania è una situazione intollerabile”, aveva detto Urso) parecchio infastidito: “Il ministro Adolfo Urso, preferisce alimentare sterili polemiche adombrando dubbi su carenze infrastrutturali di un sistema aeroportuale che, ricordo al ministro, sino alla vigilia dell’incidente individuava in Fontanarossa un significativo hub internazionale, sia sotto il profilo dei movimenti aerei e passeggeri, che sulla qualità dei servizi di terra”.

Comincia una nuova giornata. Con la soluzione della vicenda che sembra ancora parecchio lontana.

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24 Luglio 2023, 05:01

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