Foreign fighter in Belgio | Quel filo rosso che porta a Palermo

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23 Marzo 2016, 18:28

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PALERMO – La Procura di Palermo ha segnalato alle autorità belghe, l’estate scorsa, la presenza nel loro territorio di un potenziale foreign fighter. I magistrati del capoluogo l’hanno individuato indagando sulla ricercatrice libica, Khadiga Shabbi, fermata per istigazione a reati in materia di terrorismo a dicembre scorso. Solo settimane fa dal Belgio, che aveva prima chiesto una richiesta di rogatoria per l’identificazione del sospettato, è arrivata una risposta con i dati anagrafici dell’uomo che dovrebbe essere ancora all’interno del Paese. La Shabbi, per cui il gip aveva rigettato la custodia cautelare in carcere poi invece disposta dal tribunale del riesame, contattò il potenziale foreign fighter dopo la morte del nipote, militante in una organizzazione terroristica e deceduto durante combattimenti in Libia.

“L’uomo è conosciuto col nome di Ali Alfakrey, residente in Belgio, – scrive nel fermo il pm Gery Ferrara, il quale ha espressamente dichiarato di aver combattuto per le milizie islamiche, nel corso del conflitto in Libia, con Al Shabbi Fathi Abdelrazeq (nipote della ricercatrice). Inoltre, Alfakrey, ha manifestato la sua appartenenza e militanza in quanto ha tenuto a precisare alla Shabbi di trovarsi in Belgio, senza indicarne esattamente il motivo, ma rendendo nota la sua vicinanza alla causa jihadista, in quanto ha dichiarato che se si trovasse in Libia sarebbe stato anche lui un martire”. I legali della Shabbi hanno impugnato la decisione del tribunale del Riesame davanti alla Cassazione che non ha ancora fissato l’udienza per la discussione. Fino alla pronuncia della Suprema Corte la donna resta libera.

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(ANSA)

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23 Marzo 2016, 18:28

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