13 Novembre 2018, 14:28
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PALERMO – “Io resterò nel Movimento cinque stelle, di cui sono ancora il capogruppo. Lo sarò almeno fino a mercoledì 21 novembre, quando ci riuniremo per eleggere il nuovo e in quella occasione mi batterò per l’alternanza di genere”. Parola di Ugo Forello, uomo di punta dei grillini palermitani che è stato intervistato da RadioTime in merito al caso scoppiato ieri e che lo ha visto entrare in rotta di collisione con la maggior parte dei consiglieri pentastellati.
Con un post sulla pagina Facebook ufficiale, infatti, il M5s ha comunicato ieri il cambio del capogruppo a Sala delle Lapidi indicando Antonio Randazzo: un avvicendamento di cui, però, Forello sostiene di essere stato tenuto all’oscuro, così come la grillina Giulia Argiroffi. Da lì una girandola di dichiarazioni al fulmicotone, fino alla posizione espressa questa mattina da Randazzo, Concetta Amella e Viviana Lo Monaco che puntano il dito contro la stampa.
Ma al di là delle polemiche interne, la domanda che si facevano tutti in consiglio comunale riguardava il futuro politico di Forello che, in questi mesi, è stato uno dei nomi di punta dell’opposizione al sindaco Leoluca Orlando, che pure ieri gli ha espresso solidarietà. “Io resterò nel M5s perché rispetto le decisioni prese a maggioranza e motivate – chiarisce Forello a RadioTime – ma è arrivato il momento di un confronto pubblico con simpatizzanti e attivisti: lo farò insieme alla Argiroffi, ma lo proporrò a tutti e daremo luogo a un momento di libero confronto”. Insomma, niente fughe o passaggi al Misto.
Ma non è un mistero che la maggioranza orlandiana di Sala delle Lapidi si stia sfregando le mani. La crisi interna ai grillini depotenzia infatti una delle principali voci dell’opposizione, specie alla vigilia della decisiva maratona sul bilancio 2018. “Questi comportamenti fanno un regalo al sindaco Orlando e alla sua maggioranza – ammette Forello – Spero di continuare a essere il nemico più valoroso del sindaco, sono e rimango un suo oppositore di governo, ma quello che avrebbero dovuto capire i consiglieri comunali è che in questo modo si regalano punti al sistema che combattiamo”.
“La prossima settimana, mercoledì 21 novembre, ci sarà una riunione che avevo già convocato e che deciderà chi sarà il capogruppo, così come concordato da tempo – spiega il pentastellato – E lo faremo rispettando le regole, così come abbiamo sempre fatto ma come non è avvenuto ieri, cosa che non posso accettare. Ho saputo del cambio del capogruppo soltanto per messaggio, quando è stato detto ai giornalisti, e la coincidenza tra le mie legittime prese di posizione e quanto avvenuto è sotto gli occhi di tutti”. Un riferimento al post con cui il grillino ha difeso la stampa, presa di mira invece da Di Mario e Di Battista dopo la sentenza Raggi. “E’ vero che alcuni giornalisti hanno sbagliato con la sindaca Raggi, ma chi ha ruoli di governo non può generalizzare – continua Forello – Io avevo detto agli altri consiglieri e alla comunicazione che avrei esternato la mia posizione circa le dichiarazioni di Di Maio e Di Battista. Che il giorno dopo queste dichiarazioni sia stato fatto un atto di forza che ha violato le più normali regole di convivenza, è stato un errore di percorso. Chi lo ha fatto e consigliato ha sbagliato, sono convinto che il gruppo ritroverà capacità di collaborazione in modo trasparente e nel rispetto delle regole”.
L’appuntamento adesso è fissato per mercoledì 21, quando il duello riguarderà il nome di Randazzo, anche se già oggi in consiglio potrebbe esserci un seguito della querelle interna. “Da capogruppo, quale ancora sono, metterò le cose a posto: faremo una riunione e mi batterò per l’alternanza di genere. Era stato deciso che il nuovo capogruppo sarebbe stata una donna, vedremo cosa deciderà il gruppo e, se deciderà diversamente, dovrà motivarlo. Io però sono e rimango il capogruppo del Movimento, ma la successione deve avvenire nel rispetto delle regole”.
Una posizione sposata anche dalla Argiroffi: “Ho appreso della rotazione dalla pagina Facebook del M5s di Palermo e non sono soddisfatta del metodo seguito. Da tempo avevo detto che per me sarebbe stato difficile fare il capogruppo, anche per alcuni impegni lavorativi, ma apprenderlo dalla pagina da cui sono stata eliminata come amministratore è rappresentativo di tante cose che non vengono fatte nel modo giusto. Resto nel M5s, non condivido tutto ma questo fa parte della dialettica interna”.
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13 Novembre 2018, 14:28