“La Scilabra ritiri il Piano, | o posti di lavoro a rischio”

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03 Giugno 2013, 20:58

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PALERMO – “L’assessore ritiri il Piano per la Formazione, o molti posti di lavoro saranno a rischio”. Gli enti siciliani si “ribellano” e decidono da un lato di disertare l’incontro con l’assessore Scilabra, previsto per oggi, e dall’altro inviano sempre all’assessore una lettera dai contenuti molto duri, firmata da tutte le associazioni associazioni datoriali degli Enti gestori, ovvero A.n.fo.p, Aniefop – Interefop, Asef, Assofor, Cenfop e Forma Sicilia.

“Le scriventi Associazioni, – si legge – hanno chiesto e quindi manifestato l’interesse dei propri rappresentati all’“immediata e puntuale applicazione al procedimento di avvio della seconda annualità dell’Avviso 20/2011 con tutti i corsi avviati nella prima annualità…” e con il rispetto delle modalità procedurali già definite in sede di approvazione del Piano Triennale 2012-2014”.

Ma la risposta dell’assessorato ha scontentato gli enti. Insomma, il nuovo Piano, previsto dalla circolare dello scorso 30 maggio, secondo gli enti, non solo presenta “ profili di illegittimità che saranno, se del caso, oggetto di specifica impugnativa”, ma addirittura quel documento non presenterebbe “i presupposti logico– giuridici per consentire agli scriventi di procedere ad una scelta circa l’adesione richiesta, per di più nei tempi ristrettissimi imposti da Codesta Amministrazione”.

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Per questo, gli enti chiedono “l’immediato ritiro della disposizione del 30 maggio 2013, per le gravi conseguenze che essa comunque produrrebbe sul piano della programmazione delle attività e per le inevitabili nefaste ricadute sul piano occupazionale”.

A non convincere le associazioni degli enti, in particolare, le difformità di finanziamento degli ambiti formativi (Forgio, Fas e Fp), “inopinatamente ed in dispregio al sollecito di queste Associazioni, attuato attraverso un documento criptato e non comprensibile per la genericità dei riferimenti su cui si fonda e, tra l’altro, non approfondito nè concordato con le parti in causa”. E ancora, a non convincere gli enti sono anche “i tempi” per rimodulare i corsi: “Nel ristretto margine imposto dalla richiamata disposizione, i singoli Enti non potrebbero operare il taglio delle attività corsuali imposto se non al prezzo di un forte e prolungato conflitto con tutti i lavoratori e i Sindacati che, renderebbe ingestibile la realizzazione stessa delle attività”. E le conseguenze sui lavoratori potrebbero essere immediate: gli enti hanno convocato i sindacati per il 6 giugno per le “procedure di sospensione dei rapporti di lavoro”.

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03 Giugno 2013, 20:58

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