Formazione, cambia ancora tutto | Soldi agli enti sulla base dei ricavi

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29 Marzo 2018, 06:06

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Cambia di nuovo tutto. E quasi certamente, le novità innescheranno nuove polemiche tra i titolari di alcuni enti di Formazione. L’assessore alla Formazione Roberto Lagalla pochi giorni fa ha portato in giunta una proposta di modifica delle direttive sul prossimo Avviso da 125 milioni che dovrebbe consentire il riavvio dei corsi. Una proposta approvata dal governo regionale e che cambia le carte in tavola in vista della distribuzione dei finanziamenti.

La questione, nei giorni scorsi, aveva portato a una vera e propria “guerra” tra gli enti.  L’assessorato in un primo momento aveva individuato un altro criterio: la somma massima del contributo concessa poteva essere pari al doppio del contributo “migliore” ottenuto negli anni tra il 2010 e il 2017 (andavano escluse però dal computo alcune somme come quelle ricevute per i corsi Oif, di alta formazione o di apprendistato).

Paletti che, secondo gli enti “giovani” avrebbero favorito gli enti “storici”, che potevano in qualche modo difendere, così, il proprio “spazio” nel settore, limitando le aspirazioni di enti meno datati e comunque, magari in crescita. E da questi ultimi enti (quelli più giovani) erano arrivate diverse proposte di modifica, nel corso di una recente seduta della commissione Cultura all’Ars. Una di queste proposte, alla fine, è stata accolta dal governo Musumeci e “calata” nella modifica approvata pochi giorni fa dalla giunta.

“A seguito di approfondimenti intervenuti in occasione della seduta della V commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana, svoltasi in data 20 marzo 2018 – spiega infatti il governo nella sua delibera – nel corso della quale è maturato un ulteriore confronto alla presenza delle organizzazioni sindacali e delle rappresentanze datoriali di comparto, è emersa la necessità di modificare il punto 5 delle direttive”.

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Il punto 5 è appunto quello che riguarda la modalità di quantificazione dei contributi. Come cambia, quindi? Il finanziamento massimo adesso verrà “determinato in misura di 1,5 volte dei ricavi, valorizzati nei previsti documenti contabili, per attività di formazione professionale e orientamento, riferita all’anno solare più favorevole nel periodo 2010-2017”. Insomma, cambia davvero tutto. Non solo infatti si mette da parte il riferimento allo “storico” dei contributi ricevuti, ma si estende la “base” su cui calibrare i finanziamenti: questa non sarà costituita solo dalle attività legate ai corsi “tradizionali”, ma anche da quelle riferite ad esempio all’Obbligo formativo o a Garanzia giovani.

Accolte, quindi, le richieste avanzate dalle associazioni di enti più “giovani”: “Il fatturato delle attività nella formazione professionale, sia finanziate sia autofinanziate, alla stregua di quanto richiesto in tutti gli appalti pubblici, – aveva chiesto ad esempio in una nota Antonio Oliveri, presidente dell’associazione di Enti Assofor – è e deve essere, a nostro parere, l’unico parametro di riferimento, o, se si vuole, un parametro aggiunto a quanto già sottoposto all’apprezzamento della giunta di Governo. E non è possibile escludere le attività ‘relative ai corsi Oif, ITS/IFTS, alta formazione, apprendistato, formazione continua finanziata con fondi interprofessionali”.

La pensano diversamente altre associazioni di enti come Cenfop e Forma, che contestano sia il fatto di considerare come “uniche”, attività “inerenti ad ambiti differenti”, sia ovviamente il riferimento al fatturato come metro di giudizio per i finanziamenti, una scelta che finirebbe per “snaturare il sistema della Formazione”. “Oggi – hanno scritto pochi giorni fa in una lettera inviata all’assessore Lagalla – fare prevalere la prepotenza di chi impone il fatturato o ricavato come termine di giudizio sull’operato equivale ad introdurre il principio del lucro in un settore che lucrativo non è, oltre a fare intendere che la Regione vuole agevolare e privilegiare chi ha capacità di guadagno piuttosto che capacità gestionali e organizzative già dimostrate nel rispetto delle regole di attività finanziate nel comparto di riferimento”. Ma la Regione riparte da lì. Per distribuire i 125 milioni si guarderà anche ai ricavi degli enti.

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29 Marzo 2018, 06:06

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