Formazione in Sicilia, il convegno: "Serve dialogo Regione-Enti"

Formazione professionale, il settore a convegno: “Serve dialogo tra Regione Siciliana ed enti”

L'iniziativa di Federterziario e Ugl

PALERMO – La necessità di un patto interistituzionale tra enti del settore della Formazione, Regione e altre istituzioni pubbliche. È questo il messaggio che emerge dal convegno “L’esperienza della Formazione professionale in Sicilia… Oltre il pregiudizio” organizzato il 16 marzo 2023 nella Sala Mattarella di Palazzo Reale a Palermo dall’ente datoriale Federterziario e dal sindacato Ugl.

Le ragioni dell’incontro

A spiegare le ragioni dell’iniziativa è Antonino Marfia, responsabile per la Formazione professionale di Federterziario Sicilia.  “Oggi il settore vive uno stallo. Dobbiamo per questo abbattere i pregiudizi facendo squadra”, ha affermato parlando ai colleghi degli enti di Formazione intervenuti. Poi Marfia ha approfondito alcuni dei pregiudizi subiti dal settore della Formazione. “Qualcuno dice che noi facciamo solo corsi per parrucchieri mentre ci sarebbe bisogno di falegnami, idraulici, meccanici ed elettricisti. A chi dice questo rispondiamo che dobbiamo però chiederci perché per l’80 per cento dei giovani si iscrivono ai corsi di benessere. Come convincere i ragazzi a scegliere altri percorsi di formazione?”, ha chiesto Marfia aggiungendo: “Dobbiamo riuscire a immaginare forme di comunicazione che riescano a spiegare ai giovani la convenienza di scegliere percorsi diversi da quelli che al momento cercano. Per farlo dobbiamo immaginare farlo assieme con la Regione, con la politica”.

Scuole dei mestieri come scuole tradizionali

Al convegno ha parlato anche il segretario generale nazionale di Federterziario Alessandro Franco. “Riteniamo – ha affermato – che si debba completamente riformare la filiera della Formazione partendo dalle scuole pubbliche statali e paritarie ed equiparando alle stesse le scuole di mestiere per poter formare così dei ragazzi che possano entrare negli Istituti tecnici superiori e successivamente nell’Università nel mondo del lavoro”.

“In Sicilia – ha detto il segretario regionale di Federterziario Antonino Reina – siamo in grado di fare alta Formazione e non possiamo accettare che gli enti siano considerati come dei carrozzoni. Nel collegamento tra il mondo della Formazione e il mondo del lavoro ci sono difficoltà per gli istituti tecnici tanto quanto per altri attori. Crediamo che gli enti di formazione siano capaci però di potere avere più capacità grazie alla loro attività di agenzie per il lavoro”.

Le nuove professioni da creare

“Dobbiamo creare nuove figure professionali per fare fronte alla sfida energetica” afferma Giuseppe Messina, segretario di Ugl Sicilia che continua: “Servono elettricisti, meccanici e meccatronici. E le scuole di mestiere sono capaci di potere offrire le figure necessarie per la transizione ecologica in una terra come la Sicilia che risulta strategica per la sfida energetica che attende l’Europa. Per questo dobbiamo riscrivere un nuovo modello formativo affermando la pari dignità tra scuola e formazione professionale”.

Numerosi gli intervenuti all’incontro dal mondo della Formazione: Antonino Oliveri, presidente di Assofor, Massimo Papa, presidente di Cenfo, Luca Peretti di Federterziario Scuola, Ornella Cuzzupi, segretario nazionale Ugl Scuola. E ancora: Giuseppe Sassano di Iform, Gabriele Albergoni di Anfop, Emilio Romano di Forma.Re., Patrizia Caudullo per l’Anpal Servizi Sicilia.

Gli interventi delle istituzioni

Hanno portato il loro saluto anche il presidente del Gruppo Misto Gianfranco Miccichè e il vicepresidente del gruppo di Fratelli D’Italia Nicola Catania.

Presenti anche politici e uomini delle istituzioni. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ha portato i suoi saluti. “La formazione è indispensabile soprattutto in una terra come la Sicilia. Questa categoria può dare il suo contributo rispetto alle esigenze del territorio che non sono più quelle di trent’anni fa”, ha detto Galvagno.

Gaspare Vitrano, presidente della commissione Ars Attività produttive, ha annunciato la convocazione, insieme con la commissione Lavoro del parlamento siciliano, di un tavolo di confronto tra istituzioni e mondo della formazione. La convocazione è fissata per il 21 marzo. “Oggi – ha detto Vitrano – serve proprio questo: collegare il mondo del lavoro con quello della formazione perché quest’ultima dia risposte concrete al mondo del lavoro”.

Nella stessa direzione la dichiarazione dell’assessore regionale al Lavoro e alla Politiche sociali Nuccia Albano. “Occorre capire quali sono le professionalità che richiedono le imprese. Perpetrare nell’organizzazione di corsi dai quali i giovani non riescono a ottenere un collegamento – ha detto Albano – è inutile per questo nascerà un osservatorio del mercato del lavoro. Non sarà chiamato a occuparsi di statistica ma sarà uno strumento di raccordo tra imprese e formatori”.

L’assessore Turano: ecco la formazione che immagino

I lavori sono stati chiusi dall’assessore alla Formazione professionale Mimmo Turano che ha imbastito un dialogo franco con i rappresentanti degli enti, riconoscendo le responsabilità della Regione di fronte ai ritardi dei pagamenti e in termini di programmazione del corsi. D’altra parte l’esponente del governo Schifani ha chiesto che anche gli enti facciano la loro parte.

“Io non ho nulla contro estetisti e parrucchieri”, ha esordito Turano che poi ha aggiunto: “Ma abbiamo 207 corsi di operatori del benessere mentre alcuni corsi nelle professioni che vengono attivate mancano da intere province. Inoltre – ha detto Turano – 16 qualifiche che non vengono attivate”.

L’esponente del governo Schifani ha rivendicato il fatto che la Regione deve programmare corsi che possano dare risposte alle richieste del mondo del lavoro. “Non ho nessun pregiudizio – ha detto Turano – ma voglio essere aiutato a costruire un percorso che renda la formazione in Sicilia indispensabile. In tutta la Sicilia, ad esempio – ha continuato -,  non ci sono corsi per operatori edili. A fronte di una richiesta di lavoratori formati non c’è nessuno che possa rispondere a questa domanda. Cercheremo di parlare con le persone per fargli capire l’importanza dei settori che nessuno sceglie. Abbiamo la responsabilità di fare ragionare i ragazzi. Non di assecondare le loro scelte sempre”.


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