Formazione, un popolo in lacrime | “Ci hanno tolto la dignità”

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06 Febbraio 2015, 20:24

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PALERMO- “Mi è stata tolta la dignità, come lavoratore e come uomo”. Comincia così, a pugni stretti, il racconto di Costantino, un padre di famiglia, uno dei tanti che stamane si sono radunati a piazza Marina per prendere parte all’ennesimo sciopero del settore della Formazione, al quale hanno aderito Cobas, Ugl, Uslal e Snals Confas. Dopo il concentramento, il corteo, al quale hanno partecipato circa tremila persone, si è mosso in direzione di Palazzo d’Orleans, per chiedere udienza al presidente della Regione Rosario Crocetta. Ad accoglierli, l’assessore alla Formazione Marianna Lo Bello.

“Non è stato ancora fatto ancora nulla per risolvere le problematiche che attanagliano il settore – afferma Alessandro Lazzano, organizzatore della marcia ed esponente dell’Unione Lavoratori liber i- la situazione sta diventando davvero esplosiva dato che tanti lavoratori rischiano il posto di lavoro, stiamo parlando di ottomila lavoratori, ottomila famiglie”.

Durante la protesta, si raccontano le storie di uomini e donne che hanno progettato il proprio futuro, costruendo una famiglia, che hanno acceso mutui, ma che poi hanno visto abbattersi su di loro lo spettro della disoccupazione. Un futuro ha cercato di costruirselo Francesco, operatore Ecap. “Avevo progettato la mia vita diversamente, ho un figlio e avrei voluto averne di più, anche solo un altro. Ma non posso; lotto ogni giorno per garantire a mio figlio una vita dignitosa – racconta  -. Ha cinque anni il piccoletto, per adesso le spese scolastiche sono contenute, ma un domani dovrà studiare, le tasse sono alte e la situazione economica è quella che è. Mia moglie non lavora e io, purtroppo non ho un secondo lavoro. Per fortuna abbiamo ricevuto sette mensilità del 2013, ma la mia grande fortuna è avere i genitori vivi, e loro non mi fanno mancare mai il loro sostegno. Solo così io e la mia famiglia riusciamo a tirare avanti”.

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Riesce a sopravvivere grazie all’aiuto dei suoi genitori anche Costantino, operatore della logistica allo Ial Sicilia. “Sono stato umiliato – dice lui – nonostante io sia una persona onesta, un lavoratore, da sempre”. Costantino ha famiglia, una moglie e due figli di 13 e 21 anni. Usa spesso parole forti, è un fiume in piena, proprio come Luigi, ex dipendente Cefop Palermo e adesso inserito nel progetto Prometeo, anche lui con una moglie e un figlioletto da mantenere e un mutuo in arretrato. “La situazione è stata sempre drammatica – dice Luigi -, ritardi nei pagamenti, problemi di vario genere e finanziamenti che tardavano e tardano ad arrivare. Ho anche pensato di lasciare la mia terra, nella speranza di riacquistare lontano da qui la dignità che il lavoro concede ad un uomo, ad un padre di famiglia”.

 

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06 Febbraio 2015, 20:24

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