PALERMO – A un anno di distanza, in occasione della giornata europea della sanità e contro la commercializzazione della salute, il Forum sanità pubblica Palermo e provincia è tornato a protestare sotto la sede dell’assessorato alla Salute con striscioni, bandiere e cartelli, per denunciare che “nulla è stato fatto” di quanto era stato annunciato.
“Avevamo chiesto essenzialmente tre cose, alla precedente assessora Volo e al dirigente generale alla Pianificazione strategica, che ci avevano ricevuti: la trasparenza nelle liste di attesa, l’attivazione del sovraCup e il superamento del fenomeno del boarding nei pronto soccorso – dichiarano gli esponenti del Forum – Oggi siamo qui per sancire un fallimento e denunciare la deriva della sanità siciliana”.
“Avevamo ricevuto ampie assicurazioni – continuano – e invece dopo un anno continuano a persistere le identiche criticità. Siamo tornati per ribadire l’assoluta inefficienza di chi governa la sanità regionale.
Rappresentiamo le persone che hanno bisogno di cure. Non vogliamo essere presi in giro”.
Faraoni riceve la delegazione
A ricevere a fine mattinata una delegazione del Forum è stata l’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni. Alla responsabile dell’assessorato, sono state chieste spiegazioni sui punti contestati e notizie sul piano delle strutture ospedaliere e della medicina di prossimità.
“Non siamo per niente soddisfatti da questo incontro, nel merito e nei modi – riferisce il Forum – Esattamente come un anno fa c’è stato detto che si stava lavorando per ripristinare il sovraCup, sistema che consentirebbe di prenotare le visite. Oggi l’assessora ci ha risposto dicendo che i ritardi dipendono da fattori ‘squisitamente informatici'”
“Sulle liste di attesa e sulla carenza della medicina di prossimità si è minimizzato, di contro l’assessorato si è vantato dei lavori previsti dalla missione 6 del Pnrr. Punto sul quale il Forum ha controbattuto, rilevando ritardi nella prosecuzione delle opere. Ed evidenziando la forte preoccupazione che le strutture vengano cedute ai privati, considerando – concludono – che il Pnrr non prevede alcun investimento per l’assunzione del personale che dovrebbe lavorarci”.