Forza Italia, assenze e malessere| Prestigiacomo: “È da rifondare”

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27 Novembre 2019, 05:30

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Un esodo che va avanti da due anni, con fuoriuscite pesantissime, l’ultima quella di Nino Minardo. Ma non solo. Il travaglio di Forza Italia in Sicilia si legge anche dai silenzi e dalle assenze. Nelle ultime settimane, alle due kermesse di partito organizzate a Catania e Caltanissetta spiccavano proprio gli assenti. All’evento nisseno organizzato da Michele Mancuso, ad esempio, si sono visti solo tre dei parlamentari nazionali berlusconiani, Renato Schifani, Urania Papatheu e Matilde Siracusano. Non pervenuti gli altri. E non è certo un caso. Perché il malessere nel partito è palpabile. Anche se c’è chi, come il miccicheiano di ferro Giuseppe Milazzo, invita piuttosto a guardare i segnali positivi di un partito che comunque all’ultimo test elettorale, quello delle Europee, ha dimostrato di avere ancora un peso in Sicilia.

Stefania Prestigiacomo non ci gira attorno: “In Sicilia c’è un forte malessere in Forza Italia, che è stato rappresentato in più occasioni e portato alla conoscenza anche del presidente Berlusconi. L’area del Sud Est in particolare che io rappresento, soffre della scarsa rappresentanza nel governo regionale”, dice l’ex ministro. Anche se un siracusano al governo c’è, Edy Bandiera. “Un assessore del quale è stata chiesta subito e più volte la sostituzione”, in pratica “un pezzo importante di Sicilia non ha voce”, dice Prestigiacomo.

Nino Germanà

Nino Germanà, altro deputato in sofferenza, la mette così: “Ognuno di noi rappresenta una fetta di territori e di elettorato. Il disagio non è tanto mio ma quello che avverto dai tanti amici che mi hanno sostenuto”. Tra l’altro si lamenta l’assenza di confronto interno al partito. “Momenti di confronto in questi anni ce ne sono stati pochi – dice Germanà -. Faccio un plauso all’amico Falcone che ha fatto una bella convention a Catania, mi dispiace non aver partecipato. Bisogna ascoltare i territori. E strutturare il partito”.

Tra i due eventi di Catania e Caltanissetta, Giusy Bartolozzi, altra deputata assente alle kermesse, tiene a fare una distinzione: “Assolutamente positiva la kermesse di Marco Falcone e mi è dispiaciuto non poterci essere per un altro impegno – dice la parlamentare -. Stimo Falcone e condivido con lui un percorso di crescita. Della riunione di Caltanissetta non ero stata informata. Sarei andata anche senza nessun invito se fosse stata organizzata nel nome della Forza Italia in cui mi riconosco”. E qui emergono tutte le ferite interne al partito nel Nisseno.

Non pervenuto nemmeno il palermitano Francesco Scoma, che al momento preferisce non esternare. Ma la sua prolungata assenza agli eventi di partito denota un chiaro malessere.

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Di partito “da rifondare” in Sicilia parla Stefania Prestigiacomo (“la sensazione – dice – è che abbiamo perso tanto voto d’opinione”). E ricorda la sua protesta contro il governo regionale per ottenere un ospedale di secondo livello a Siracusa. “Il punto è che noi non abbiamo sedi di discussione e di confronto sui problemi. Si campa alla giornata. Non è quello che ci aspettavamo da una Forza Italia azionista di maggioranza del governo regionale”, sintetizza la politica siracusana. E fa un esempio concreto, la privatizzazione di Sac: “Oggi si parla della vendita dell’aeroporto di Catania. La Super Camera del Sudest non è mai stata accettata dai territori che si sono sentiti letteralmente espropriati dei loro luoghi di rappresentanza, è stata una forzatura fatta da Crocetta e dal governo di centrosinistra nazionale. Su questa privatizzazione io esprimo tutte le perplessità del caso”.

Il pallino è sempre in mano a Gianfranco Miccichè. “Per me Gianfranco come coordinatore regionale va benissimo – dice Prestigiacomo – ma chiedo che Miccichè lo svolga questo ruolo. Non è possibile che da mesi non si parli con il vice presidente della regione Armao da noi indicato, a essere penalizzato così è tutto il partito e l’azione di governo. Se ci sono poi degli assessori che non funzionano, la squadra si cambia”. Germanà tiene a precisare che i rapporti personali non sono in discussione: “Voglio un gran bene a Gianfranco Micciché e sono contento della sua svolta di guardare a un centrodestra unito a trazione Salvini. È l’unica cosa che vedono le persone con cui parlo”. Ma ora serve “una spinta dal basso”. Prima che l’esodo riprenda. “I miei elettori mi chiedono una scelta chiara che io devo maturare”, dice Germanà. Che ricorda di essere “nato e cresciuto in questo partito”.

Giuseppe Milazzo, a proposito delle assenze alle kermesse di partito, parla di “una tempesta in un bicchier d’acqua”: “Non si fanno inviti formali in queste cose. A Caltanissetta non abbiamo fatto una passerella di deputati ma dei tavoli tematici coinvolgendo i professionisti”. E quanto ai fuoriusciti l’eurodeputato commenta: “Ci sono anche quelli che sono venuti. Totò Lentini è tonato da noi, Fabrizio Ferrara a Palermo. Sono arrivati dei consiglieri comunali a Catania. Pure il Pd perde pezzi, tutti i partiti ormai funzionano così. Persino la Lega ha perso pezzi”.

Renato Schifani prova a guardare il bicchiere mezzo pieno, concorda sulla qualità delle recenti iniziative e sceglie la via della proposta: “I due eventi di Catania e Caltanissetta sicuramente hanno dato una scossa – osserva l’ex presidente del Senato -. Perché siamo tornati ad ascoltare la gente. Occorre adesso un percorso di maggiore interlocuzione al nostro interno fra deputazione nazionale, regionale e rappresentanza di governo. Per discutere temi delicati come la privatizzazione dell’aeroporto di Catania e quali devono essere i punti caratterizzanti di Forza Italia all’interno del governo Musumeci.”.

 

 

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27 Novembre 2019, 05:30

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