Forza Italia prova a ripartire| E la Sicilia sta con Carfagna

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22 Giugno 2019, 13:46

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Forza Italia prova a ripartire. E dopo la scoppola delle Europee, che ha visto il partito tenere al Sud e sprofondare al Nord, i berlusconiani questa settimana hanno avviato il percorso che dovrebbe portare a una nuova leadership. Ovviamente, con Silvio Berlusconi sempre padre del movimento da lui fondato. Il Cav in settimana ha comunicato ai gruppi parlamentari di avere affidato il coordinamento del partito al tandem Nord-Sud formato da Giovanni Toti e Mara Carfagna, provvisoriamente. Una mossa che placa certi mal di pancia, e nordisti (Toti era dato in predicato di uscire per creare un nuovo progetto con Nello Musumeci, prospettiva che adesso si allontana) e sudisti (solo al Mezzogiorno Forza Italia ha ancora percentuali a due cifre e la classe dirigente meridionale lamenta di essere sottorappresentata nelle stanze dei bottoni).

Il 13 luglio l’organismo nazionale del partito dovrebbe varare delle modifiche allo statuto, introducendo meccanismi di elezione per i coordinatori regionali e in qualche forma – si parla delle primarie, a cui Berlusconi è da sempre allergico – per la guida nazionale. Se il passaggio maturerà, si aprirà la conta tra Toti e Carfagna, con la Sicilia allineata e coperta dietro l’ex ministro Mara. Tutto questo se non si metteranno di mezzo le elezioni politiche anticipate che potrebbero far saltare i piani.

Il passaggio è considerato quanto mai significativo dai forzisti. “Vengono accolte richieste di maggiore democrazia avanzate peraltro da chi in passato è stato quasi sempre nominato. È un buon segnale che il Sud sia più rappresentato e che si possa instaurare un rapporto dialettico con la Lega, come ho sempre teorizzato”, osserva l’ex presidente del Senato Renato Schifani, che da tempo predica la necessità di ribadire l’identità forzista nel rapporto col Carroccio, anche con un’opposizione più decisa in Parlamento.

In una teorica sfida di domani tra Toti e Carfagna quasi tutta la Sicilia sarebbe schierata con la seconda. “Per noi siciliani forzisti, si legge Mara Carfagna e  si interpreta Gianfranco Miccichè. La nomina dell’onorevole Carfagna a coordinatrice nazionale di Forza Italia è, prima di tutto, garanzia di attenzione per il Sud”, dice Giuseppe Milazzo. Il capogruppo dà merito a Berlusconi e aggiunge: “Forza Italia riparte proprio dal Mezzogiorno, forte dei consensi che la sua classe dirigente ha saputo raccogliere, soprattutto in Sicilia e in Campania. Un apprezzamento va anche alla scelta di Giovanni Toti, che insieme a Mara Carfagna formano un tandem di altissimo profilo”. Del medesimo profilo i commenti di altri miccheiani doc. E in serata, ieri, si è espresso lo stesso Miccichè con un post su Facebook: “Forza Italia riparte dal Sud e da Mara Carfagna. Ancora una volta Silvio Berlusconi dimostra intuizione e lungimiranza. Mara, la Sicilia è con te”.

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Di rilancio parla Marco Falcone, che augura buon lavoro a Carfagna e Toti per il quale il processo avviato deve “passare da un lato per il rafforzamento dell’identità di Forza Italia quale naturale pilastro di un centrodestra plurale e arioso; dall’altro, per una decisa apertura dei cordoni del partito a nuovi contributi e istanze di rinnovamento, per imprimere una decisa svolta sui contenuti e la struttura del movimento, utile a far tornare a casa i tanti elettori che hanno smesso di votarci”.

Qualcosa si muove, insomma. E dalle parti di Forza Italia questa è una notizia dopo il periodo di shock conseguente al sorpasso della Lega. “Vedremo se da movimento si diventerà partito. Certo, c’è l’incognita di un possibile voto anticipato ma chi può dire che ciò accada?”, ragiona il deputato forzista Francesco Scoma. Che sottolinea la vitalità dimostrata dalla lista forzista alle Europee: “Un risultato in cui c’è anche Saverio Romano, Raffaele Lombardo, Sicilia Futura: tutte realtà di cui dobbiamo tenere conto”. E questo è un altro tema. A proposito di Sicilia Futura, potrebbe arrivare il passaggio a Forza Italia di Daniela Cardinale, che è uscita dal gruppo del Pd. Quanto a Romano e Lombardo attendono il rimpasto che verrà, quello che Musumeci vorrebbe minimo.

 

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22 Giugno 2019, 13:46

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