01 Agosto 2024, 09:55
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PALERMO- Nella sua sempre rutilante descrizione delle cose, non si può dire che Gianfranco Miccichè, rispetto alla definizione, abbia torto. La sospensione da Forza Italia di Edy Tamajo e Ottavio Zacco è una ‘timpulata’. Miccichè è convinto che sia stata giusta ed è il suo personale giudizio riferito a LiveSicilia.it. In ogni caso, l’evidenza dello schiaffo resta.
E non ha torto nemmeno Ottavio Zacco, uno dei due destinatari del provvedimento, quando parla di “messaggio politico”. A prescindere dal merito della questione formale, dalle frasi ripetute in campagna elettorale che hanno dato fuoco alle polveri, siamo davanti a un atto di ‘guerra politica’, in un partito diviso tra rilancio e sospetti. Non si mobiliterebbe, in fortissima difesa dei ‘reprobi’, un presidente della Regione, se non fosse necessario tirare una riga.
Da quando è divampata la polemica, ricostruita per noi da Antonio Condorelli in tempo reale, la domanda è una ed è quella: che intende fare Edy (nel senso di Tamajo)? Romperà gli ormeggi e veleggerà in cerca di altri lidi? Avrà qualcosa da recriminare, con forza, dopo la scelta tattica del basso profilo che ha seguito il boom delle Europee e la donazione di seggio a Caterina Chinnici? Uno che vince e si fa da parte, certamente, non può averla presa bene.
Stamattina c’è uno spiraglio di dichiarazione, qualcosa, insomma, si muove. L’assessore Tamajo scrive sul suo profilo Facebook: “Oggi giornata meravigliosa… Direzione Augusta per un incontro con il mondo produttivo… In merito alle notizie delle ultime ore, abbiamo preparato il ricorso al provvedimento di sospensione, chiedendo la revoca immediata. Nel frattempo continuiamo a lavorare per la Sicilia, perché a differenza di altri non ho mai ‘campato’ di rendita”.
Una reazione formalmente felpata, con appena un accenno acuminato – che va nel senso della polemica al centro del fatto disciplinare – densa, tuttavia, di significativi sottintesi. Chiediamo la revoca immediata – scrive Tamajo – lasciando aperte tutte le direzioni, a seconda delle risposta. Si continua a lavorare – è l’interpretazione più semplice – perché, da quelle parti, i voti ci sono. Altrove, no.
Le divisioni di Forza Italia, che spiccano, nonostante i sorrisi in prima fila, si trovano così davanti a un dilemma pungente. Si può eventualmente perdere un candidato da 122 mila voti (alle ultime Europee), per riaffermare un principio, all’interno di un conflitto politico interno? “Siamo Tamajo” era il celebre coretto, sul palco della vittoria sorto a Mondello, per celebrare l’exploit. Passare dal siamo all‘eravamo sarebbe un buon affare?
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01 Agosto 2024, 09:55