10 Dicembre 2022, 05:13
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PALERMO – Uno spettro si aggira per Palazzo dei Normanni: lo spettro del Commissariamento di Forza Italia. L’unico punto sul quale sembrano essere d’accordo le due frange forziste, separate in casa a sala d’Ercole, è la necessità che il partito siciliano venga commissariato.
Una richiesta avanzata settimane fa da Stefano Pellegrino in chiave anti Miccichè e adesso sposata anche dal coordinatore azzurro. “Probabilmente c’è un modo solo per uscire dalla situazione di impasse che si registra oggi all’interno di Forza Italia, commissariare il partito in Sicilia. Io sono pronto a questa soluzione, ma l’importante è che si stabiliscano regole certe per il periodo commissariale. Insomma tutti dobbiamo poi seguire le indicazioni del commissario, ma la decisione spetta a Berlusconi”, ha recentemente affermato l’ex presidente dell’Ars. Una scialuppa di salvataggio, si sussurra a Palazzo, per ridurre i danni, soprattutto se venissero confermate le indiscrezioni della vigilia.
Sono due i nomi più gettonati per la reggenza del partito siculo: il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè e il capogruppo azzurro a Montecitorio, Alessandro Cattaneo, Il primo al momento sembrerebbe avere più chance anche perché considerato una figura di maggiore garanzia avendo buoni rapporti con i due duellanti azzurri: Renato Schifani e Gianfranco Miccichè, colonne portanti del partito dalla sua fondazione. La missione (impossibile?) sarebbe quella di ricucire uno strappo molto profondo. Cattaneo, invece, dovrebbe trovare dinnanzi a sé una strada più stretta. I beneinformati lo considerano troppo vicino a Licia Ronzulli e all’area che ne porta il nome. Insomma, sarebbe più che un assist per la truppa di Miccichè. Nonostante il voto favorevole del vicerè miccicheiano Michele Mancuso alla manovrina di mercoledì (gli altri membri del gruppo erano assenti), la tensione resta alle stelle (basta guardare la moviola del video delle scazzottate verbali tra Miccichè e Falcone alla Festa del Tricolore per farsi un’idea) e l’ipotesi commissariamento, soprattutto con le amministrative alle porte, sembra ormai inevitabile.
L’operazione vedrebbe la luce a gennaio (salvo sorprese last minute sotto l’albero di Natale). Ma che ne sarà dei gruppi all’Ars? Chi dovrà cedere quote di sovranità? In zona filo-Schifani nessuno vuole bagnarsi prima che piova, il capogruppo Stefano Pellegrino non teme scossoni. “La situazione per noi è tranquilla nel gruppo di Forza all’Ars: attendiamo he Calderone opti per lo scranno romano e saremo in dieci. A Roma abbiamo fatto sapere che la decisione deve essere scontata, rappresentiamo l’80% degli eletti di Forza Italia in aula non mi pare ci siano troppi dubbi su simbolo e nome, credito che deve essere dato al gruppo”, commenta ai microfoni di Live Sicilia. “Se arriva un nuovo commissario? Poi si vedrà. Da tempo non si fa il tesseramento e non ci sono state riunioni a livello ragionale né provinciale (penso ad alcune province come Trapani) il partito va certamente riorganizzato e rimodulato”, dichiara Pellegrino senza lesinare l’ennesima stoccata agli avversari interni. Insomma, un potenziale commissario non avrà di certo poco lavoro da fare.
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10 Dicembre 2022, 05:13