Omicidio alla Piana, freddato |l’assassino di Marco “il Vichingo”

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23 Agosto 2017, 17:15

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Palagonia, la scena del crimine dell'omicidio al bar di Marco Leonardo (nella foto)

PALAGONIA – Omicidio nel cuore della Piana catanese. Francesco Calcagno, assassino del consigliere comunale Marco Leonardo detto il “Vichingo” è stato freddato con cinque colpi di pistola all’interno del suo terreno. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

Un omicidio brutale, che ha il sapore della vendetta. Calcagno è colui che nell’ottobre 2016 a Palagonia all’interno del bar prese parte alla sparatoria in cui rimase ucciso Leonardo.

COLPI DI PISTOLA – Al momento non ci sono elementi per collegare l’omicidio di oggi con quello di un anno fa. Una storia di tensioni e debiti, pare di 3mila euro. Un omicidio brutale a colpi di pistola nel bar centrale del paese. Inizialmente gli investigatori pensavano si trattasse di un agguato, ma l’assassino era stato immortalato dalle telecamere di videosorveglianza.
LA CONFESSIONE – Calcagno aveva raccontato che il primo a sparare era stato il “Vichingo” con una 7.38 e lui aveva risposto con una pistola calibro 38. Tre i colpi in totale: quello sparato dal consigliere comunale aveva raggiunto il titolare del Cafè Europa ricoverato in ospedale. Il Vichingo, invece, era stato colpito al petto e alla gola.

CONSIGLIERE ASSASSINATO – Marco Leonardo nel 2008 era stato arrestato, insieme ad altri 15 indagati, da carabinieri e Guardia di finanza nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Caltagirone su presunte truffe all’Inps da otto milioni di euro attraverso false dichiarazioni sull’assunzione di braccianti agricoli. Lo stesso anno si era candidato a consigliere comunale di Palagonia, risultando il primo dei non eletti della lista civica Progetto Palagonia. Nel 2011 era subentrato a un collega che si era dimesso. Nel 2012 era stato eletto con la lista civica Palagonia Futura, di cui era il capogruppo, che stava all’opposizione.

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A PIEDE LIBERO – Calcagno era tornato in libertà, dopo un paio di mesi trascorsi in carcere e dopo aver scontato gli arresti domiciliari fino allo scorso aprile: il gip aveva riconosciuto la possibilità della legittima difesa. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Calcagno uccise il consigliere comunale Marco Leonardo dopo che quest’ultimo aveva estratto un’altra pistola con cui aveva sparato. Calcagno era stato rinviato a giudizio per omicidio e porto abusivo di armi ed era in attesa della fissazione della prima udienza del processo.

PISTA INVESTIGATIVA – “Sembrerebbe una vendetta – spiega all’Ansa il procuratore Capo di Caltagirone Giuseppe Verzera – Ma si viaggia su tante ipotesi. Al momento non abbiamo elementi utili per dire che è stata una resa dei conti”.

 

 

 

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23 Agosto 2017, 17:15

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