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Fratelli d’Italia in crescita|Ma dov’è la vittoria?

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07 Ottobre 2020, 19:46

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Fratelli d’Italia, dov’è la vittoria? La fiamma non si spegne ma non brilla ancora abbastanza. Il vento delle amministrative siciliane non scalfisce Fratelli d’Italia. Risultati dolceamari per i meloniani siciliani che non eleggono nessun sindaco, ma riescono a superare le soglie di sbarramento e a piazzare un manipolo di consiglieri all’interno dei vari senati cittadini. Complici i diversi sistemi elettorali e il proliferare di liste civiche, il calcolo non è facile. “Il nostro è un partito in lenta e costante crescita”, lo definisce il coordinatore regionale Gianpiero Cannella che commenta il responso dalle urne.

Gianpiero Cannella

Le percentuali

La formazione di Giorgia Meloni viaggia intorno al 6% a livello regionale. Il dato negativo è la mancata elezione di primi cittadini direttamente collegati al partito (anche nella roccaforte catanese con tre sconfitte: San Giovanni La Punta, Mascali e Pedara) , quello positivo è la presenza nei consigli comunali delle varie realtà in cui si è votato. Il termine di paragone, secondo Cannella, è il responso delle amministrative di cinque anni fa. Da qui si può partire per scattare un’istantanea che immortala un gruppo dirigente che cresce e una formazione politica che si va strutturando sui territori. “Cresciamo molto, parliamo di realtà, in cui non avevamo neanche il 5%: un dato più che positivo”, spiega Cannella. “Abbiamo consiglieri in consigli comunali dove prima non c’eravamo”, continua sottolineando che molto dipende dal tipo di sistema elettorale. Ad ogni modo “la tendenza di FdI è in crescita”. La cartina al tornasole? Il superamento della soglia di sbarramento. “Abbiamo ovunque superato la soglia di sbarramento a differenza di cinque anni fa, ne veniamo fuori con il segno più e siamo all’interno di tutti i consigli comunali”, argomenta il coordinatore. Spulciando qualche numero, a prescindere dall’esito complessivo delle competizioni, si notano piazza nelle quali i meloniani possono vantare buoni risultati: Termini (5,38%), Agrigento (6,62%), San Giovanni La Punta (7,15%), Barcellona (8,10%), Marsala (6,0%), Villabate (12%).

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Forza Italia e la sfida per l’egemonia

Il non detto delle analisi del day after è tutto nella sfida carsica con Forza Italia. Gli azzurri, infatti, nell’isola mantengono il primato di primo partito del centrodestra lasciandosi un po’ ovunque i meloniani alle spalle. Un po’ come riavvolgere il nastro e tornare agli anni d’oro di Forza Italia, insomma.  Cannella però non ci sta a sentir parlare di trend nazionale in controtendenza. “il ragionamento è un altro perché la valutazione fatta sulla tendenza nazionale è basata su sondaggi legati a un altro tipo di elezione, quella delle politiche: parlare di un trend al contrario è errato”, dice Cannella. Che invece sulla tenuta del centrodestra e l’importanza di fare sintesi mette tutto nero su bianco. “Vinciamo con il centrodestra unito è vero: la gente premia un’offerta completa e competitiva, le spaccature invece hanno penalizzato non poco”, afferma. E il caso di Agrigento fa scuola. Ma anche sul polo sovranistra Cannella dice la sua.

Il derby con la Lega

Il patto d’acciaio con i cugini leghisti non ha portato bene. Zeru tituli per i sovranisti in salsa sicula, ma con risultati da attenzionare che dicono tanto sulla solidità e il radicamento dei due partiti. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono le percentuali. A partire dalle due piazze di Agrigento e San Giovanni La Punta. “E’ la Lega ad essere andata male e sotto la soglia di sbarramento”, spiega Cannella che ammette l’ovvio: “La coalizione sovranista non è andata bene”. Diverso il caso delle liste di FdI, Poi una radiografia complessiva. “La Lega prende batoste ad Agrigento quando si allea con noi facendo il cosiddetto polo sovranista senza superare lo sbarramento mentre noi superiamo abbondantemente il 6% ed eleggiamo un consigliere, a Marsala dove non eravamo alleati, loro correvano in solitaria e noi con il centrodestra, si fermano al 2% e noi invece superiamo lo sbarramento”, insiste. Un discorso che conduce dritto al punto: i meloniani esistono sul territorio, i leghisti ancora no.  “Alle politiche può funzionare l’immagine di Salvini, poi quando devi fare i conti con il territorio devi fare i conti con la struttura e la classe dirigente: cose che noi abbiamo e loro ancora no”, conferma Cannella.

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07 Ottobre 2020, 19:46

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