25 Ottobre 2014, 10:23
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MESSINA – La polizia ha eseguito a Messina 11 misure cautelari nei confronti di altrettante persone, emesse dal Gip di Messina su richiesta della Procura, con l’accusa a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti di carburante ai danni dell’azienda di trasporto municipalizzata di Messina (Atm) e ricettazione. La custodia cautelare in carcere è scattata per due indagati, tra cui un dipendente dell’Atm, due sono agli arresti domiciliari, un altro dipendente dell’azienda ha avuto notificato un obbligo di dimora, mentre obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per gli altri sei.
In carcere sono finiti Placido Fumia, 56 anni dipendente Atm al servizio di guardia, e Giovanni Batessa, 49 anni. Domiciliari per Giuseppa Urbino, moglie di Batessa, di 47 anni, e Vennero Rizzo, 51 anni. Obbligo di dimora nel Comune di Messina per Rosario Allegra, 53 anni, altro dipendente dell’Atm addetto all’impianto di distribuzione. Obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per Antonino Siracusano, 40 anni; Antonino Pandolfino, 49 anni; Letterio Lucà, 34 anni; Mohamed Jarib, marocchino di 36 anni. Dalle indagini è emerso che Fumia e Batessa rubavano benzina dai mezzi dell’Atm e la rivendevano all’esterno.
La banda in circa un anno ha ricavato oltre 180 mila euro e prodotto danni economici all’Atm per 250 mila euro. Gli altri indagati collaboravano con Fumia e Batessa per coprirli durante l’attività illecita e rivendere il carburante. Il costo, per litro di benzina, oscillava tra 1 euro ed 1,20 euro. L’Atm acquistava il carburante a 1,60 euro.
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25 Ottobre 2014, 10:23