Furto a 'casa' del boss, la reazione:| "Lo lascio a terra.. tum tum" - Live Sicilia

Furto a ‘casa’ del boss, la reazione:| “Lo lascio a terra.. tum tum”

Foto di archivio

Un gruppo di ragazzini terribili fecero uno sgarbo a Tommaso Inzerillo

PALERMO – Chi se ne frega se erano stati scoperti mentre rubavano a “casa” di Tommaso Inzerillo. I ladri, forse un gruppo di giovanissimi, avvertiti del clamoroso sgarbo commesso, erano stati pure arroganti. E così da qualche parte, un mese fa, qualcuno sarebbe stato stato punito.

L’episodio fa parte di un recentissimo filone investigativo dell’inchiesta che ha portato in carcere boss e gregari del mandamento di Passo di Rigano. A cominciare da Tommaso Inzerillo, uno degli scappati rientrati dall’America. Ed è lui l’uomo a cui fecero l’imperdonabile sgarbo.

Così gli investigatori della squadra mobile ricostruiscono al vicenda. Nella notte del 5 giugno scorso Tommaso Inzerillo e il nipote Vincenzo rientrano a casa, in via Castellana. Notano alcune persone in sella a dei ciclomotori. Capiscono che qualcosa non va. La conferma arriva mezz’ora dopo. Vincenzo Inzerillo riceve una chiamata: sono stati rubati dei ciclomotori, alcuni dei quali abbandonati in Fondo Sirchia.

L’uomo al telefono spiega di avere provato a dissuadere i ladri. Niente da fare. Hanno risposto con parole di sfida. Serve l’intervento di Tommaso Inzerillo. E così il nipote lo sveglia nel cuore della notte. L’anziano boss rimanda tutto all’indomani: “Si vede che lo possono, se lo possono permettere”, dice ironico.

All’indomani ne parla con il genero Giuseppe Spatola. L’incarico di mettere a posto le cose viene affidato ad Antonino Fanara nel rispetto dei confini territoriali. Fondo Sirchia, non lontano da via Roccazzo, è sotto l’egida di Giovanni Sirchia arrestato alcuni mesi fa. “Sì, glielo dico a Toni, se la sbriga lui”, dice Spatola. Anche se il suocero preferirebbe occuparsene in prima persona: “… io, ci voglio andare io, erano sotto da me non è che erano in altri posti… ci voglio andare io… gli si deve dire … a lui… che dalla via Castellana, qua, non ci deve passare più”.

Spatola si allinea al volere di Tommaso Inzerillo. “Lo lascio a terra, due minuti, appena vedo che è tum tum : a chi è che non ti interessa? E la prossima volta non lo ripetere più, e ce ne andiamo … e se ci vogliono li…inc… magari, sono quattro piscialetti, di diciotto anni, diciassette anni, e ti danno anche la mala giornata, con …inc… io già ci ho pensato… allora perché gli… inc…? Perché già questa cosa è la seconda volta. La prima volta ve l’ho detto, la seconda volta “non mi interessa” eh …” ed ancora: “ma che devo parlare, lui mi deve spiegare, mi deve spiegare a me, tu mi devi fare capire, che tu hai mandato a dire due volte: … ‘manda a chiunque’… Io ci vado e abbusca. Già è segnato. Lui mi deve dire … mi deve dire due volte… a momenti sono a casa mia. Sotto casa mia… appena tu entri ti prendo la testa e te la svito nel passapomodoro proprio. Gli dico: non ti permettere più”.

La punizione è stata eseguita? Oppure il fermo, successivamente convalidato, disposto dalla Procura di Palermo ha evitato il peggio?


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