27 Giugno 2021, 05:30
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Palermo è ancora generosa, nonostante i venti cattivi che vorrebbero mutare l’orizzonte del suo cuore accogliente. Lo dimostra la conferenza internazionale sulle persone migranti che è stata un passaggio importantissimo. I sindaci più attenti delle città europee più sensibili si sono ritrovati qui per mettere un punto fermo. E se una cosa tanto monumentale ha avuto proprio qui il suo epicentro significa che agli occhi degli altri siamo ancora siciliani nel senso migliore del termine. Gente capace di proteggere il debole.
Palermo è provinciale perché di una simile occasione si è accorta parzialmente. Tanti l’hanno snobbata, nel senso che non è stata al centro dei loro pensieri. E i più provinciali sono, forse, quelli che hanno esclamato: ‘I migranti? E allora il ponte Corleone, il ciaffico?’, rifacendo il verso allo zio di Johnny Stecchino, ma senza la bonomia di Paolo Bonacelli, a suo agio in siffatti panni.
Ci dispiace molto, doverlo fare notare: un essere umano che annega non c’entra niente con un essere umano incolonnato in circonvallazione. Sono situazioni diverse. E chi non lo capisce, chi non sa riconoscere il valore dell’altrui disperazione, oltre il proprio disagio, pecca davvero di provincialismo.
Palermo è caotica e terribile. Nello scandalo delle bare esposte al sole sotto i tendoni e nel deposito del cimitero dei Rotoli. Nel suo ciaffico che si vendica delle barzellette e rientra in gioco, con ferocia, per colpire tutti, indistintamente. Nella sua sporcizia, nelle sue strade sgarrupate, nei suoi disservizi, nelle sue periferie abbandonate, nella sua incapacità di offrire, spesso, un orizzonte che non sia un muro per sbatterci la testa: in questo, sì, Palermo è insopportabile.
Altri verranno. Forse toglieranno la munnizza dalle strade, ma considereranno le persone migranti alla stregua di una pietra d’inciampo. Forse saranno bravissimi nel non separare la buona amministrazione dalla gentilezza umana. Forse non riusciranno in nulla e saremo costretti a rimpiangere – chi può dirlo? – colui che per ora è bersaglio di un dissenso palpabile. Intanto, in queste poche righe da taccuino palermitano, si annuncia la fine di un’era che pare già terminata da tempo, nonostante il distacco burocratico dalle prossime elezioni che determineranno concretamente l’avvento di un nuovo sindaco.
Generosa, caotica, provinciale e molto altro. Cambiata in meglio e in peggio, ma uguale a se stessa. Così, il sindaco Leoluca Orlando – Luca, il ‘Professore’, Il SinnacOllanno, etc etc – lascia Palermo. Ma non lascia una pagina bianca.
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27 Giugno 2021, 05:30