Migranti, la strada dei diritti non si ferma in viale Regione

Migranti, la strada dei diritti non si ferma in viale Regione

Un incontro importantissimo che non può essere confuso con i tanti problemi della città.

Forse non tutti sanno che, in questi giorni, Palermo è al centro di una bellissima iniziativa per la salvaguardia della vita umana. Si può discutere quanto si vuole di persone migranti, da diverse sfaccettature, ma se c’è qualcuno in mezzo al mare, deve essere salvato.

Si tratta di ‘From the Sea to the City’, cioè del Consorzio, nato nel giugno 2020 in occasione della giornata mondiale del Rifugiato, “un network di organizzazioni tutte provenienti dalla società civile che da anni operano in prima linea e si battono per i diritti dei migranti – si legge in una nota -. From the Sea to the City è anche il titolo del progetto che il Consorzio porta a Palermo con una conferenza internazionale che si svolgerà al Loggiato San Bartolomeo”. Oggi il primo incontro.

Non manca la chiosa del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “Palermo è capitale dei diritti umani in una visione di fraternità, un mosaico di culture la cui cornice è il rispetto della dimensione umana. Un rispetto che comincia dalla difesa del valore della vita, il più importante. Che viene, purtroppo, calpestato dalle morti in mare, dall’indifferenza di un’Europa che ora non può più girarsi dall’altra parte”.

Ora, già ci pare di sentire il grido di dolore dell’automobilista incolonnato in circonvallazione: “Ma Ollanno perché non pensa ai palermitani e al ciaffico, invece che ai migranti?”. Una rabbia emotivamente comprensibile, eppure oggettivamente fuori bersaglio. Perché non c’è nulla che sia più importante della vita umana ed è sconfortante che, in questo tempo, sia necessario ribadirlo.

Era il 1997 quando il sindaco di Palermo sposò la causa di un uomo verosimilmente innocente, Joe ‘O Dell, condannato a morte e ucciso in Virginia. Alla domanda: per lei era innocente?, la risposta fu netta: “Non è questo il punto, io sono contro la pena di morte. Comunque, sì, per me era innocente”. Ci ritrovammo nel cimitero di Santa Maria di Gesù dove Joseph riposa per celebrare il suo funerale. Da quel bastione, da quella trincea sacrosanta, ‘Luca’ non è mai arretrato. E questo è innegabilmente un merito, quale che sia lo sguardo. E se Palermo diventa il centro di un nobile richiamo all’umanità, perché nel corso degli anni si è accreditata nella costruzione di un senso migliore e veramente europeo, dobbiamo riconoscere il merito di un primo cittadino che, sul punto, ha sempre espresso una coerenza incrollabile. Ed è necessario salutare come significativa la dichiarazione dei sindaci di un’Europa illuminata che ha chiesto di potere accogliere e che la solidarietà venga, finalmente, premiata. Un passaggio storico.

Ecco perché l’appuntamento di questa due giorni è una medaglia alla città più sensibile e a chi l’ha guidata sulla strada dei diritti che non si ferma in viale Regione. Soltanto la cattiva politica può accreditare l’idea malata secondo cui c’è un conflitto in corso tra gli automobilisti incolonnati e i migranti in mezzo al mare nella corsa ai primi posti delle soluzioni. Ci si occupa di entrambe le cose, sapendo che un naufragio è una cosa molto più tragica di una coda per quanto infinita. Poi, quando saremo migliori, potremo perfino sognare una Palermo in cui il ‘ciaffico’ non suggerisca l’ira di pensieri impropri e in definitiva inaccettabili.


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