Palazzo Alliata, s'infittisce il giallo | Mistero sulla morte del maggiordomo - Live Sicilia

Palazzo Alliata, s’infittisce il giallo | Mistero sulla morte del maggiordomo

L'interno del palazzo nobiliare

La moglie peruviana del giovane domestico era partita per il suo paese solo qualche giorno fa: sta per tornare a Palermo. Gl investigatori non escludono che Reinoso, trovato alla fine di una scalinata, possa essere stato spinto da qualcuno durante una discussione. Domani l'autopsia.

IL GIALLO DI VIA BANDIERA
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Resta avvolta nel mistero la morte di Giovanni Misya Reinoso, 37 anni, il maggiordomo ecuadoregno del principe Biagio Licata di Baucina, trovato senza vita ieri, all’interno di Palazzo Alliata, in via Bandiera. Nella storica dimora nobiliare del Quattrocento, ieri sera, è arrivata anche la sorella del domestico, che abita in via Lincoln. Scene di disperazione davanti al luogo di lavoro del giovane, padre di tre figli e marito di una donna peruviana, che nel giorno della tragedia si trovava nel suo paese di origine: si trova in viaggio per tornare a Palermo. Nel frattempo è atteso anche il ritorno del principe, al momento non in città: gli inquirenti sperano di potere raccogliere qualche elemento che possa fare luce sulla vicenda, anche grazie al suo racconto.

Le indagini, condotte dagli uomini del commissariato Oreto, si muovono infatti a 360 gradi. La prima ipotesi, anche in base al ritrovamento del cadavere al termine della rampa di scale interna, è stata quella dell’incidente domestico, ma Reinoso avrebbe conosciuto come le sue tasche quel palazzo e l’appartamento di 260 metri quadrati dove prestava servizio: lavorava lì da anni. Si potrebbe essere trattato, quindi, di un momento di distrazione, una tragica fatalità. Ma non si esclude che l’uomo possa essere caduto giù durante una discussione. Forse una lite animata con un uomo che il portiere del palazzo vicino avrebbe visto uscire dal portone dell’edificio nobiliare: la polizia starebbe cercando di risalire alla sua identità.

A lanciare l’allarme ieri, nel tardo pomeriggio, è stato un operaio: Reinoso non dava segni di vita, era evidente che quella caduta fosse stata fatale. I soccorsi del 118 si sono rivelati inutili e ai parenti arrivati sul posto – primo fra tutti il cognato – non è rimasto che riconoscere il corpo, sul quale domani sarà effettuata l’autopsia, che potrà chiarire le cause del decesso. Si tratta della seconda tragedia che segna la famiglia dell’ecuadoregno, che viveva a Palermo da diciotto anni: nel 2004 uno dei suoi fratelli morì in seguito ad un incidente stradale in via Archimede.

 


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