Giangrande sta meglio:| “Voglio tornare a correre”

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03 Giugno 2013, 13:56

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PALERMO – Grande la commozione da quel letto d’ospedale per Giuseppe Giangrande, uno dei due militari rimasto ferito durante l’attentato di Palazzo Chigi. Adesso, seduto su una sedia, si emoziona nel leggere tutte le lettere e i messaggi di solidarietà che gli arrivano da ogni parte del mondo.

Giangrande è ricoverato da venti giorni nell’ istituto di riabilitazione ‘Montecatone’, famoso in Italia e all’estero, in una stanza al secondo piano del reparto di terapia subintesiva. La figlia Martina lo assiste 24 ore su 24, ma sono tante le persone che gli stanno accanto e la sua stanza, stracolma di regali e di disegni, lo riempie di gioia.

Un unico sogno, quello di riprendersi in mano la sua vita: “Voglio tornare a correre, spero proprio di farcela”, lo dice mentre indossa con emozione la magliettina regalatagli dal fratello Pietro che ritrae Giuseppe in una foto, con sotto la scritta: “Corro anche per te”.

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Giangrande era un grande sportivo, correva in bicicletta e amava l’atletica come il fratello, poliziotto e maratoneta nel tempo libero. Non parla di quel drammatico giorno in cui vide la morte in faccia, ma pensa alla sorte del suo attentatore. “Con me non ne parla proprio – ammette Martina – mentre al fratello ha chiesto in più occasioni: “Quando si farà il processo?”

“Gli abbiamo spiegato – racconta Pietro Giangrande – che è un faccenda lunga, che per arrivare al processo ci vuole tempo, più tempo di quanto lui dal letto d’ospedale possa aver pensato”. Le sue condizioni migliorano. La mattina si sottopone alla terapia e a poco a poco sembra rispondere con piccoli riflessi. Passi da gigante per un uomo che ha riportato la lesione della colonna vertebrale cervicale, ma dal letto d’ospedale, lui sembra preoccuparsi più di chi lo assiste giorno per giorno, tra amici e medici. Per questo ha chiesto alla figlia Martina di comprare caffè e gelato per tutti. “Dallo alle infermiere – ha detto -. Saranno contente”.

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03 Giugno 2013, 13:56

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