Una vita all’opposizione

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27 Settembre 2012, 17:55

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Giovanna Marano

PALERMO – “La Sicilia salvata dalle donne”. L’aveva scritto, Giovanna Marano. L’aveva scritto, in tempi non sospetti, utilizzando il veloce treno del web. Lei, abituata alle azioni concrete, a scendere in strada al fianco degli operai, aveva scelto Facebook per il suo appello: “Siamo figlie, madri, sorelle, nonne siciliane – diceva – sempre mosse da quel sentimento d’orgoglio e di riscatto che alimenta ogni giorno la speranza di non vedere più emigrare i nostri giovani, i nostri cervelli, le nostre risorse migliori”. E per riuscire a dare una risposta al proprio appello, Giovanna Marano, palermitana di 53 anni, primo segretario regionale donna del sindacato dei metalmeccanici della Cgil e oggi presidente del comitato centrale della Fiom, ha scelto di percorrere la strada a lei più familiare: quella dell’impegno personale.

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Da 25 anni in prima linea nelle lotte sindacali, in Sicilia ha guidato la Fiom seguendo le più importanti vertenze: dalla Fiat di Termini Imerese alla St Microelectronics, fino al polo meccanico di Siracusa. E sul suo conto, la voce è unanime: è una che non si risparmia, capace di lavorare fino a tarda sera, sempre in strada con gli operai. “E quando nel 2002 – racconta uno di loro – la Fiat per la prima volta parlò di chiusura e cassa integrazione a zero ore e decidemmo di occupare la fabbrica, lei rimase lì con noi, giorno e notte, Natale incluso”. La sua vita all’interno del sindacato è sempre stata all’opposizione. Tranne quando, sotto la gestione “commissariale” di Aldo Amoretti si ritrovò in segreteria confederale. Incarico che mantenne per un breve periodo.

Madre di due ragazze e compagna di Emilio Miceli, leader della Slc-Cgil (telecomunicazioni), la sindacalista il pallino per la politica l’aveva già manifestato ai tempi del liceo, militando a Catania nella Fgci, l’organizzazione giovanile del Pci. Ora la grande chance. D’altronde, l’aveva scritto, Giovanna Marano.

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27 Settembre 2012, 17:55

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