Gli impatti del digitale sulla Sicilia | “Risparmio di 100 milioni”

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05 Giugno 2019, 16:52

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PALERMO – Grazie alla trasformazione digitale Regione e i Comuni potrebbero riuscire ad ottenere un risparmio di 100 milioni all’anno. A spiegarlo è I-com, Istituto per la competitività, che oggi ha presentato uno studio sugli effetti della trasformazione digitale sulle imprese e sulle pubbliche amministrazioni italiane. Circa 15 milioni di minori uscite dovrebbero riguardare la per spesa di energia mentre ben 86 milioni sarebbe il risparmio della spesa per il personale. Queste dipendenti  non svolgerebbero più alcune mansioni affidate ai programmi ma potrebbero occuparsi di altri servizi. Questa è solo una delle ricadute economiche dirette che le pubbliche amministrazioni siciliane potrebbero avere dal cloud computig e cioè dai servizi informatici di archiviazione, elaborazione e trasmissione di dati che le aziende informatiche offrono per la semplificazione dei processi aziendali o amministrativi.

l documento è stato presentato oggi a Palazzo dei Normanni, all’interno del convegno “Digital Impact” organizzato da Open Gate Italia e da Amazon Web Services, ed è curato dal presidente di I-com Stefano Da Empoli. Le aziende stanno organizzando in tutte le Regioni degli incontri di analisi degli impatti degli investimenti informatici in tutti i territori. Dopo la Lombardia, l’iniziativa ha fatto tappa a Palermo e in Sicilia, “la regione – così ha spiegato Andrea Morbelli, partner di Open Gate Italia – centrale per tutte le comunicazioni digitali del Mediterraneo”.

Per Amazon Web Services, ha parlato Raffaele Resta, responsabile del Public Sector in Italia. L’azienda ha recentemente annunciato l’apertura nel inizio 2020 di una Region con 3 Availability Zones in Italia. Inoltre, al momento Awsha ottenuto la qualificazione dall’AgID di 21 servizi cloud. Per sostenere il passaggio dell’Italia all’economia digitale, Amazon Web Services offre il programma di formazione Aws Educate disponibile per università, istituti di ricerca e scuole gratuitamente in italiano con 11 moduli che seguono corsi di formazione dal cloud basics ai corsi di scienza dei dati e intelligenza artificiale. Aws mette anche a disposizione progetti di formazione e certificazione degli utenti per le aziende, organizzazioni della Pubblica amministrazione e partner tecnologici.

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E proprio la formazione dei dipendenti pubblici è uno dei settori dove esistono maggiori difficoltà. Se infatti è vero che nel 2015 (anno a cui risalgono le ultime rilevazioni Istat) in Sicilia il 32,4 per cento dei Comuni faceva ricorso ai servizi in cloud, con un dato superiore alla media italiana (25,3 per cento), è altrettanto vero che in quello stesso anno solo il 14,3 per cento dei comuni isolani ha organizzato degli incontri di formazione a cui hanno partecipato sono il 2,7 per cento dei dipendenti. Nel resto del paese hanno organizzato incontri formativi, invece il 18,7 per cento degli enti locali con una partecipazione del 7 per cento dei lavoratori.

La Sicilia è poi maglia nera nel settore privato. Stando ai dati del 2018, le imprese siciliane, in tutto il territorio nazionale, sono quelle che meno di tutte ricorrono all’acquisto di servizi di cloud computig. Solo il 10 per cento delle imprese isolane hanno ricorso a questo tipo di servizi mentre la media italiana di imprese è pari al 19,8%. Se la Sicilia raggiungesse il livello nazionale si registrerebbe un incremento del prodotto interno lordo (Pil) regionale di 2,2 miliardi e cioè il 2,5 per cento del Pil regionale. Stando alle stime dello studio la totale digitalizzazione delle aziende porterebbe infatti un aumento del Pil di circa 21,5 miliardi.

Il dato che così emerge è quello di una spaccatura fra la quantità di infrastrutture digitali che rendono la Sicilia la regione del Mediterraneo più cabrata (e cioè con la maggiore diffusione della banda ultralarga) e il dato di un’economia digitale non raggiunge uno sviluppo sufficiente. “La Sicilia – ha detto Gaetano Armao, vicepresidente della Regione, intervenuto per ultimo all’incontro – ha le stesse infrastrutture di Amburgo e del Regno unito ma non abbiamo competence center” e cioè quei centri previsti dal passato governo nazionale che, secondo il piano industria 4.0, hanno il compito di affiancare le imprese per accompagnarle nel salto verso la digitalizzazione della loro attività. “Per questo – ha detto riferendosi al leader regionale del M5s Giancarlo Cancelleri, presente al convegno – occorrerebbe che l’attuale governo ponga soluzione a questo errore. Infatti – ha concluso Armao – pur realizzando, come abbiamo intenzione di fare, una Zona economica speciale per le imprese che si insedieranno nell’area del data center regionale in costruzione, senza l’esistenza di un driver che accompagni le imprese, i risultati sarebbero comunque non ottimali”.

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05 Giugno 2019, 16:52

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