Crocetta e il “governo elettorale” | Promossi, bocciati e rimandati

di

24 Settembre 2017, 05:41

6 min di lettura

Un gioco, ma anche un modo per ripercorrere gli ultimi mesi di questa legislatura. E per fissare, in una “foto di classe” i protagonisti dell’ultima parte di questa legislatura fatta di riforme flop, conti in bilico, di caos incendi ed emergenza rifiuti. Ecco le “pagelle” dei componenti dell’ultimo governo di Crocetta. Un esecutivo che sembra nato soprattutto in vista delle imminenti elezioni regionali.

Rosario Crocetta (presidente) 4- Ne abbiamo raccontato, in questi anni, le indimenticabili gaffes, gli strafalcioni amministrativi. Abbiamo provato a tenere il conto dei suoi assessori, delle sue riforme fallite. Abbiamo registrato le sue prese di posizione sull’etica e la legalità, lanciato sul doppio binario di una morale a convenienza. La storia è lunga e per questa vi rimandiamo agli articolo scritti da Live Sicilia in questi anni. Lascia al governatore che verrà una Sicilia in macerie. Lui potrà guardarsi lo spettacolo da Roma.

Promossi

Aurora Notarianni (Beni culturali) 9 Meriterebbe il 10, per il solo fatto di non aver prodotto guai, di non aver fatto danni. Un punto in meno per essersi resa disponibile ad accettare questo incarico: una manovra che rischia di apparire puramente “elettorale”: in 40 giorni e in una fase in cui il governo potrà occuparsi solo dell’ordinaria amministrazione, la sua presenza non cambierà il corso di questa legislatura.

Luisa Lantieri (Autonomie locali e Funzione pubblica) 6 Le va riconosciuto il pregio di aver resistito. Dopo l’esperienza del primo assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti, quell’assessorato è stato una specie di “porto di mare”: da Marcella Castronovo a Ettore Leotta a Giovanni Pistorio, le avventure degli assessori responsabili di quel ramo duravano spesso pochi mesi. Luisa Lantieri ha retti, poi, anche alle pressioni giunte fin dal suo insediamento, quando qualcuno – dimenticando altre e più spinose situazioni in giunta – sollevò un possibile conflitto di interessi. Chi ha avuto a che fare con lei le ha riconosciuto competenza in materia, in un settore complicato e dove ancora molte cose vanno risolte: dalla vicenda delle ex Province alle stabilizzazioni dei precari. Qualche punto in meno per essersi prestata a qualche operazione: come la chiamata nel suo ufficio di gabinetto di un consulente del governatore per facilitarne la nomina al vertice di Ircac.

Alessandro Baccei (Economia) 6 Arriva da Roma per mettere a posto i conti. E l’operazione, tutto sommato, riesce. L’inviato speciale del governo nazionale cerca di mettere ordine nel caos del bilancio regionale e spesso entra in conflitto sia con Crocetta che con gli stessi deputati regionali. Alla fine, il “trapianto” dell’economista riesce, anche per le capacità di Baccei di calarsi in una realtà complessa come quella siciliana. Il voto sarebbe stato più alto se non lasciasse, col suo addio, due dubbi: quello di essere stato più ‘vicino’ al governo romano che agli interessi siciliani e quello di aver lasciato questioni in sospeso assai pesanti. Quelle messe nero su bianco dal Procuratore generale della Corte dei conti in un ricorso che è stato “chiuso” senza entrare nel merito. Gli anni che verranno, daranno qualche risposta in più.

Carmencita Mangano (Famiglia e lavoro) 6 Arriva in pieno “ciclone disabili”, dopo le dimissioni di Gianluca Micciché. E si mette a lavorare. Anche ad altre emergenze come quelle riguardanti i lavoratori di quelli che furono gli sportelli multifunzionali. Parti sociali e diretti interessati le riconoscono di essersi impegnata anche durante il periodo estivo. Ora cerca l’approdo all’Ars. Serviva più tempo per “testarne” le reali capacità amministrative.

Anthony Barbagallo (Turismo) 6 Saranno stati i tanti viaggi che durante questa esperienza in giunta lo hanno spesso portato lontano da Palazzo d’Orleans, ma l’assessore al Turismo, tutto sommato, ha fatto il suo, senza strafare. A “macchiare” questa esperienza, la pioggia di finanziamenti caduta sul Catanese, ossia sul suo collegio. Un “vizio”, come è stato descritto, condiviso con tanti assessori dell’ultimo governo di Crocetta. Un governo elettorale.

Articoli Correlati

Rimandati e bocciati

Vania Contrafatto (Energia) 6- Arriva su una poltrona scomoda, anzi scomodissima. Dentro i gineprai delle riforme dei rifiuti e dell’acqua, dentro il caos sui termovalorizzatori e sulle discariche. Lei prova a schivare i colpi che nel frattempo si danno di santa ragione il suo “sponsor” in giunta Davide Faraone (in rappresentanza del governo nazionale) e Rosario Crocetta (che piazza come dirigenti generali sempre dei fedelissimi). Il risultato alla fine è magro. Ma lei attraverso lo sfacelo con relativa leggerezza, riuscendo a evitare di finire fuori dal governo all’ultimo rimpasto. Resiliente.

Mariella Lo Bello (Attività produttive e vicepresidente) 5,5 A differenza di molti colleghi in giunta a lei si deve dare atto di essere stata tra le più fedeli al governatore. Un dato che va sottolineato, a prescindere dalla valutazione sull’operato del presidente. Donna per tutte le stagioni, ha rappresentato anche, però, il caso delle giunte di Crocetta: assessore al Territorio, poi segretaria particolare di Crocetta, quindi assessore alla Formazione, poi brevemente alle Infrastrutture, quindi alle Attività produttive oltre al ruolo di vicepresidente. Non lascia grossi segnali, ma piace ai “padroni” di Palazzo d’Orleans: quanto basta per guadagnarsi una nuova candidatura col Megafono.

Baldo Gucciardi (Sanità) 5,5 Anche lui arriva in giunta al culmine di uno scandalo. L’addio di Lucia Borsellino, infatti, fu legato, come scrisse la figlia del magistrato Paolo, per ragioni di ordine etico e morale. È lui il primo deputato a entrare nell’esecutivo. E prova a mettere ordine, ma anche lui finisce imbrigliato tra le difficoltà di mettere in piedi una rete ospedaliera e di far partire i concorsi (non partiti ancora, in effetti), nonostante i tanti (forse troppi) annunci. Sullo sfondo, altri “casi” come quello mai risolto dei laboratori d’analisi o della Cardiochirurgia pediatrica rimasta a Taormina nonostante l’assessore avesse promesso di riportarla a Palermo.

Maurizio Croce (Territorio e ambiente) 5,5 Si muove con discrezione, non cercando, anzi evitando il più possibile la visibilità. Ma è suo, principalmente, l’assessorato responsabile del caos incendi in Sicilia. Considerato competente ed esperto, non sempre è riuscito a trovare l’equilibrio tra il ruolo di “tecnico”, di uomo di partito (Sicilia Futura) e di fedelissimo di Crocetta.

Antonello Cracolici (Agricoltura) 5 Apprezzabili i suoi sforzi nel far dimenticare le sue stesse parole. Quando non era assessore si scagliava contro gli esterni nei Gabinetti, da assessore li ha riempiti di fedelissimi. Quando non era al governo, un governo ovviamente popolato da ‘camerieri’, bisognava “spegnere la luce”, staccare la spina; ora che al governo è lui, ovviamente, è tutto un successo. Compresi gli 80 euro ai Forestali, garantiti sfacciatamente sotto elezioni. E persino senza coperture chiare in bilancio. Pessima la gestione dell’emergenza incendi, per la parte che spetta al suo assessorato. Con una deroga del partito della “rottamazione” punta al quinto mandato di fila. Professionista della politica.

Bruno Marziano (Formazione e Istruzione) 5 E’ arrivato insieme agli altri politici per mettere le cose a posto. Ma i fatti dicono che i corsi di Formazione, da quando lui è in giunta, non sono più partiti. Il caos dovuto ai bandi pubblicati, poi ritirati, poi sommersi dai ricorsi, le ombre su qualche titolare di enti di formazione, sono il teatro di uno “stallo” che va avanti da due anni. Anche lui, come qualche “collega” in giunta, dimentica le critiche a Crocetta, al quale aveva “promesso” anche una denuncia per voto di scambio. Tutto dimenticato, una volta in giunta.

Luigi Bosco (Infrastrutture) 5 Arriva in giunta grazie al “pretesto” della lite tra Pistorio e Crocetta. E si fa notare soprattutto per due cose: la presenza in ogni evento del Megafono di Crocetta, l’impegno per il Movimento e la nomina in blocco dei commissari degli Istituti autonomi per le case popolari. Molti dei quali, compagni di partito. Uno degli assessori al servizio della campagna elettorale del governatore.

Pubblicato il

24 Settembre 2017, 05:41

Condividi sui social