21 Giugno 2019, 15:59
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PALERMO – L’onorevole Stefano Pellegrino è uno dei quindici indagati che hanno appena ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Per tutti l’aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Paolo Guido e i sostituti Gianluca De Leo e Francesca Dessì chiederanno il rinvio a giudizio.
Pellegrino nel 2017 è stato eletto nella lista di Forza Italia con 7.670 preferenze. Ed è nel corso dell’ultima consultazione che il consenso sarebbe stato raccolto inviando la spesa ad alcuni cittadini della provincia di Trapani. Pellegrino è indagato per corruzione elettorale. Appena ha saputo dell’indagine, nei mesi scorsi, si è dimesso dalla commissione regionale Antimafia.
Il nome di Pellegrino è venuto fuori nel corso delle indagini sulla scalata imprenditoriale di Calogero Jonn Luppino nel settore delle scommesse grazie all’appoggio dei boss di Campobello di Mazara. Il ‘re’ delle scommesse e lo zio Salvatore Giorgi, “in ossequio alle disposizioni impartite dal carcere da Franco Luppino, supportavano la candidatura alle elezioni regionali del politico locale, promettendo e somministrando generi alimentari a cittadini del luogo in cambio della promessa di voto”.
Luppino è indagato per mafia assieme a Giorgio e Francesco Catalanotto. Avrebbero fatto parte della famiglia mafiosa guidata dal latitante Matteo Messina Denaro). Indagati per favoreggiamento Paolo De Santo (avrebbe fatto avere a Franco Luppino e alla moglie La Cataldo i soldi che Jonn Luppino riservava per il loro sostengo economico); Giacomo Barbera (avrebbe cercato di bonificare l’ufficio di Luppino dalle microspie)
Sotto inchiesta anche una serie di presunti prestanome: Vito Balsamo e Giuseppe Di Stefano (si sarebbero intestati fittiziamente per conto di Jonn Luppino la titolarità dell’associazione Mensil Salh che a Salaparuta si occupa di servizi sociali, socio-sanitari ed educativi e gestisce la comunità alloggio per minori stranieri non accompagnati); Gaudenzia Zito (presunta prestanome della “Non solo Vip”); Calogero Pizzolato (intestatario fittizio di una società che gestisce il “Roialto longe bar” di Campobello di Mazara); Paola Maggio (presunta prestanome di una tabaccheria); Antonino Tumbiolo (intestatario fittizio, secondo l’accusa, di una società di noleggio auto); Giorgio Luppino (accusato di avere nascosto i soldi del clan mafioso); Maria Tocco e Antonino Cucuzza (sono i due elettori che avrebbero ricevuto i generi alimentari per votare Pellegrino),
Adesso tutti gli indagati potranno presentare delle memori difensive o chiedere di essere interrogati.
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21 Giugno 2019, 15:59