"I Marino nel gruppo di Picanello" |Il blitz Orfeo svela le 'migrazioni' - Live Sicilia

“I Marino nel gruppo di Picanello” |Il blitz Orfeo svela le ‘migrazioni’

Le cimici dei carabinieri a casa di un indagato. (Nella foto Alessio e Gaetano Marino)

Le intercettazioni
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CATANIA – Ci sono sei latitanti ancora da catturare per completare l’esecuzione della retata “Orfeo” che ieri ha permesso di decimare il gruppo militare dei Santapaola del rione Picanello. I carabinieri hanno avviato serrate indagini per assicurare alla giustizia alcune delle teste di serie della consorteria mafiosa. Le 102 pagine dell’ordinanza firmata dal Gip Anna Maggiore fotografano gli affari criminali dell’organizzazione criminale (dal 2012 al 2014) che come affermano i pentiti Santo La Causa, ex reggente dei Santapaola, e Fabrizio Nizza, ex capo di Librino, farebbe ancora riferimento a “Carletto Campanella e ai fratelli Cristaldi”. Le due compagini per un periodo sarebbero stati in contrasto, ma poi lo scontro intestino si sarebbe risolto. A raccontarlo sono sempre i due ex uomini d’onore di Cosa Nostra. Fabrizio Nizza spiega che lo avrebbe saputo dal “fratello Daniele”.

Il blitz Orfeo apre un delicato aspetto investigativo e cioè quello delle “fughe di notizie” dal Palazzo di Giustizia. Sarebbe stato accertato il coinvolgimento di una cancelliera della Procura (la cui posizione è stata stralciata) che avrebbe illegittimamente avuto accesso nel sistema informatico della magistratura per fornire informazioni a un indagato (in totale sono 24) sulle inchieste riguardanti gli affiliati del gruppo mafioso di Picanello.

I carabinieri piazzano telecamere e cimici. Le intercettazioni permettono anche di definire gli importanti assetti della mafia militare e non solo del gruppo di Picanello. Con cambiamenti nelle composizioni delle squadre, per problemi di “feeling” con il capo del rione al confine con Ognina (che è uno dei latitanti sfuggiti alla retata). Il testimone della leadership infatti era stato ceduto dopo l’arresto di Lorenzo Pavone, a cui ieri è stato notificato il provvedimento in carcere. E il nuovo capo avrebbe arruolato “nuovi soldati” da altri gruppi santapaoliani.

Una microspia è installata a casa di Marco Brischetto, arrestato ieri. Tra marzo e aprile 2014 i carabinieri ascoltano diverse conversazioni e ad un certo punto Brischetto chiacchierando della gestione del gruppo da parte dei nuovi vertici, parla delle nuove leve “entrate nel gruppo” e in particolare dei “fratelli Marino” (Alessio e Gaetano Marino, ex affiliati al clan Nizza e imputati del processo Carthago per la gestione di una piazza di spaccio. Inoltre stanno affrontando un processo per omicidio). “Ora dice che lui si “signau” (ha assoldato) “cristiani ” di “Librino “?”- afferma Brischetto. Pinuccio Tringali chiede ragguagli in merito: … “Si è preso” i “cristiani” da “Librino”? “lui”? …ma chi? chi sono questi?” “…i fratelli… Marino! – spiega Brischetto – questi sono quelli che “sono andati trovare o ‘ Sucarru” (Sciuto Rosario, esponente dei Mazzei, ucciso a Catania il 24 novembre 2011).

Anche un ex soldato di Andrea Nizza, Salvatore Cristaudo da meno di due anni entrato nel programma dei collaboratori di giustizia fornisce dettagli sul passaggio dei fratelli Marino. “Attualmente i Marino sono con il gruppo di Picanello. Il loro passaggio è avvenuto all’incirca dopo il mese di aprile del 2012, momento in cui si sono interrotti i rapporti tra i Nizza e i Marino per nuovi contrasti tra i Nizza e il padre dei Marino. Il gruppo di Picanello ha appoggiato i Marino e li ha accolti perché detto gruppo non è in buoni rapporti con i Nizza”.

Nelle conversazioni non mancano le lamentele per la gestione del nuovo “capo”. In particolare è Giuseppe Tringale (all’epoca libero, ora detenuto a Trapani) che manifesta le sue tensioni con il vertice. Scontri che lo avrebbero portato per un periodo a trasferirsi a Librino agli ordini di Andrea Nizza. Si sente “autonomo” Trincale: nell’intercettazione afferma di essere “libero” e di non essere “né ccabbanna, né dabbanna”, ma il Brischetto a sua volta lo esorta a stare “saggio” perché aveva fatto un errore “quanto una casa”.  “Con evidente riferimento al proposito – scrive la Gip –  poi soffocato, di transitare nel gruppo di Librino. Brischetto chiedeva al Tringale se “da Andrea” gli “dessero soldi” e Pinuccio – sempre durante la stessa intercettazione –  risponde “sì”. Del transito temporaneo di Trincale da Picanello a Librino ne parla anche il collaboratore di giustizia Davide Seminara, ex autista del narcotrafficante Andrea Nizza. “Pinuccio Trincale, appartiene al gruppo mafioso di Picanello, lo conosco personalmente, dopo l’arresto di Pavone si trovava male” e “si è avvicinato con Andrea Nizza. Per circa due o tre mesi è stato” a Librino “poi è scomparso ed è ritornato a Picanello”.


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