01 Marzo 2013, 15:13
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CALATAFIMI (TRAPANI) – “E’ una forma anche questa di martirio”. Ha cominciato così la sua omelia l’amministratore apostolico, monsignor Alessandro Plotti, per i funerali di don Michele Di Stefano, ucciso marted’ a Ummari, frazione di Trapani. Parole non scritte La Chiesa trapanese è turbata, ferita. Stamattina si è raccolta nella Chiesa del Santissimo Crocifisso di Calatafimi per pregare e celebrare i funerali di padre Di Stefano. Una Chiesa disturbata da voci ed indiscrezioni che la riportano indietro, ad un passato non tanto lontano, fatto d’indagini, di polemiche, di sospetti. L’omelia di Plotti si è concentrata sul mistero di una morte violenta quanto inspiegabile: “C’è un grande mistero che si nasconde dietro l’omicidio. Ed è il mistero di tante persone che hanno il cervello inondato di violenza”.
L’amministratore apostolico ha voluto ricordare il suo incontro con padre Di Stefano: “Lo incontrai una prima volta quando feci il giro di visita a tutti i sacerdoti di questa Diocesi. E mi raccontò tutta la sua vita, tutte le sue prove, le sue gioie, i suoi dolori, le sue delusioni. In un dialogo aperto che durò più di un’ora. E si stabilì così un clima direi di amicizia, di simpatia. Ora tutto è finito. Si rompe, in maniera drammatica, questo rapporto, ma non soltanto con me, con tutti noi”. Plotti l’ha definito “un vero prete”, che ha voluto “fare il prete nel sevizio umile e generoso, prima, per tanti anni, nella comunità di Fulgatore, poi in questi ultimi tre anni, ad Ummari”.
La Chiesa era gremita di fedeli. La comunità trapanese, autorità civili e militari, sindaci e rappresentanti delle istituzioni hanno voluto testimoniare il cordoglio di un intero territorio per una morte che non ha ancora un perché.
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01 Marzo 2013, 15:13